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S.Gregorio Armeno, Napoli
Via San Gregorio Armeno è ogni anno meta di turisti, specialmente durante il periodo natalizio, quando le strade si riempiono di luci e decorazioni. Se state pensando di visitare Napoli durante le festività allora nella vostra lista di “cosa vedere a Napoli” dovrete assolutamente inserire S. Gregorio Armeno, meta da scegliere non solo per gli amanti del Natale, ma per tutti coloro che vogliono immergersi nel folklore napoletano e conoscere un meglio la tradizione partenopea.
Storia e leggende di una delle vie più antiche di Napoli
Via San Gregorio Armeno a Napoli è una delle vie più antiche della città, risalente all’epoca greco-romana, dove si intersecano due delle strade principali, chiamati un tempo Decumani, Via dei Tribunali e Spaccanapoli.
Anticamente questa via, nota come Strada Nostriana, in onore del vescovo Nostriano o via San Liguoro, era sede di un tempio romano dedicato alla dea della fertilità Cerere, alla quale i cittadini donavano statuette come simbolo di buon auspicio. Successivamente poi, furono portate a Napoli le reliquie di San Gregorio Illuminatore, che vennero poste nella Chiesa che oggi porta il suo nome. Questa Chiesa ai più oggi è nota con il nome di Chiesa di Santa Patrizia, in onore della Santa che guidò le monache che trasportarono le spoglie del patriarca.
Ma come mai si decise di costruire proprio il quella zona un monastero? Secondo la leggenda durante la processione delle monache due giovenche si fermarono nel punto dove poi si decise di costruire la Chiesa. Ad oggi Santa Patrizia è, insieme a San Gennaro, protettrice di Napoli e delle ragazze, specie quelle bisognose.
Tra i particolari che è possibile vedere poi passeggiando per S.Gregorio Armeno vi è un bassorilievo che testimonia il culto della città per Cerere, raffigurante la Dea, una sacerdotessa con una fiaccola in una mano e e nell’altra i doni.
Inoltre sapevate che secondo antiche leggende San Gregorio Armeno non sarebbe solo la patria del presepe ma anche delle famose zeppole di San Giuseppe?
Secondo alcuni infatti proprio nel convento di San Gregorio sarebbero state impastate per la priva volta questi dolci tipici napoletani.
Presepi a Napoli, San Gregorio Armeno
Visitare Napoli significa immergersi in un mondo di colori e tradizioni, e forse la via dei presepi di San Gregorio Armeno ne è la prova più evidente.
La tradizione delle statuette nacque, come abbiamo detto, per volontà degli artigiani che volevano produrre statuette da donare alla dea Cerere e a Santa Patrizia. Data la bravura degli artigiani del posto, dal XIII secolo, le famiglie ricche e le chiese iniziarono a commissionare agli artisti di rappresentare la Natività.
Dal ‘700 poi il presepe napoletano inizia ad essere conosciuto e a diventare il simbolo della città. Con il tempo poi accanto alle statuette tradizionali della natività, si sono aggiunti personaggi sempre nuovi, sino ad arrivare all’idea di creare statuette anche di artisti e personaggi dello spettacolo, pur rispettando delle semplici “regole”. Nel presepe napoletano infatti non devono mancare alcuni elementi fondamentali; oltre ai tradizionali, come la la Sacra Famiglia, i Re Magi, il paesaggio e la grotta ci sono:
- Benino il pastorello (o Benito) il pastore che dorme e sogna il presepe, che deve essere posto in alto rispetto agli altri personaggi;
- il vinaio o Cicci Bacco che simboleggia il vino e il pane, i doni dell’eucarestia;
- zi’ Vicienzo e zi’ Pascale, i due compari che giocano a carte, simbolo del Carnevale e della Morte;
- il pescatore, simbolo del pescatore di anime;
- i venditori, che devono essere almeno dodici, uno per ogni mese dell’anno, come il macellaio per gennaio, il venditore di formaggi per febbraio e ancora il venditore di polli per marzo.
- la zingara capace di predire il futuro
- la meretrice, che va posta accanto all’osteria, con le spalle rivolte alla natività, contrapposta alla pura Maria;
- Stefania, la donna che ingannando gli angeli riuscì ad arrivare di fronte a Gesù bambino e a compiere il miracolo, rendendo la pietra che portava sul grembo (utilizzata per fingere una gravidanza, dato che solo le donne incinte potevano fare visita a Gesù), un bambino, Santo Stefano;
Ad oggi poi tra gli artigiani dei presepi di Napoli a San Gregorio Armeno più noti ci sono le famiglie Capuano, Di Virgilio e Ferrigno.
San Gregorio Armeno, Napoli e il Natale
Anche se le vie di San Gregorio Armeno sono interessanti da vedere in ogni momento dell’anno, è a Natale che i turisti affollano maggiormente le strade, con l’intento di scovare nuovi personaggi da aggiungere nel loro presepe, o semplicemente per calarsi nello spirito natalizio circondati dal calore del popolo partenopeo.
I personaggi del presepe napoletano sono tutti rifiniti a mano e fatti di terracotta e si dice siano particolari, perché non riproducono solo la fisionomia dei personaggi ma anche la loro anima, con dettagli finemente rifiniti.
Passeggiando per i mercatini di Natale di Napoli a San Gregorio Armeno è possibile osservare gli artigiani a lavoro mentre rifiniscono i pastori che poi arriveranno in ogni parte del mondo ed entrare nei vicoli più stretti di Spaccanapoli dove sono conservati i presepi più antichi da visitare come quelli dei fratelli Caputo. I prezzi delle statuine variano: dalle più piccole del prezzo di 3 euro, a quelle più costose e particolari che arrivano a costare anche 35 euro, oltre alle campane di vetro, tradizionali e perfette per conservare a lungo il presepe acquistato.
Non potrai visitare Napoli ma vuoi comunque portare a casa tua un po’ della tradizione dei presepi di San Gregorio? Esistono alcune botteghe che offrono spedizioni online anche in altre città, con costi di spedizione.
Non solo presepi a San Gregorio Armeno
Tra i posti da visitare a Napoli e in particolare a San Gregorio, ci sono non solo i tradizionali presepi, ma altre opere importanti tutte da scoprire:
- Chiesa di San Gennaro all’Olmo: piccola Chiesa posta in via San Biagio dei Librai, si dice sia stata una delle sei chiese greche volute dall’imperatore Costantino. Secondo altri invece la sua costruzione si deve a Sant’Aniello, che volle edificare la Chiesa nel 680 in onore di San Gennaro che aveva salvato Napoli dalla lava del Vesuvio. Dopo i restauri del 1583 e 1615 la chiesa prese uno stile barocco e dopo i danni del 1980 causati dal terremoto fu a lungo chiusa al pubblico. Dal 2010 è stata riaperta e ristrutturata dalla Fondazione Giambattista Vico. Nei sotterranei si trovano una cripta paleocristiana e le reliquie di San Biagio e San Gregorio.
- Il Palazzo del Banco di Santa Maria del Popolo: svoltando a destra arrivati in via San Gregorio Armeno è possibile notare un vecchio edificio, sede del vecchio Banco del Popolo, proprietà dell’Ospedale degli Incurabili. Tra gli scopi di questo banco, istituito nel 1589 e trasferito nel 1597 a piazza di San Lorenzo c’era quello di aiutare i poveri a riscattarsi, almeno in parte, dall’usura.
Le antiche istituzioni di questo genere, dopo due secoli si uniranno per formare il Banco Nazionale di Napoli, per opera di Ferdinando IV di Borbone. Ad oggi i resti del palazzo sono coperti da tubi o sono diventate abitazioni private.
- La chiesa di San Lorenzo Maggiore: situata dopo via dei Tribunali, a sinistra di piazza San Gaetano, la Chiesa di San Lorenzo Maggiore è uno splendido esempio di architettura greco romana e medievale. Originariamente, dove ora è posta la Chiesa, vi era una Chiesa paleocristiana costruita nel VI secolo e abbattuta nel XII secolo. La struttura nasce con uno stile gotico, con una croce latina, inizialmente curata dai frati francescani grazie all’aiuto di architetti francesi e napoletani. Successivamente si decise di aggiungervi particolari dello stile barocco e nell’800 di riportarla allo stile originario con la splendida facciata del Sanfelice.
- Il Complesso Monumentale di San Gregorio Armeno:in via San Biagio dei Librai, si trova il Chiostro di San Gregorio Armeno, posto precisamente tra Via San Gregorio Armeno e Vico Giuseppe Maffei. Questo è un antico edificio religioso, tra i più importanti di Napoli, nato nel 1009 dall’unione di quattro oratori circostanti e situato vicino al complesso monastico.
Quello che noi vediamo oggi è un rifacimento della vecchia struttura, riproposta nel 1572 da un grande lavoro degli architetti che realizzarono anche una Chiesa all’interno del monastero e il campanile. Fa parte del complesso il chiostro arricchito da fontane barocche, statue di Bottiglieri, celle delle monache e cisterne. I locali sono visitabili con un’offerta di 3/4 euro, che però non danno accesso al refettorio dove sono conservate le opere di Solimena e alla bottega di Belisario Corenzio. Il Chiostro è aperto dalle 9:30 alle 12:00, tutti i giorni (salvo variazioni).
- L’ex Asilo Filangieri: posto su via Maffei l’ex Asilo Ugo Filangieri è un palazzo storico di Napoli ex sede del Forum delle Culture. Nel 1572 con una ristrutturazione al convento di San Gregorio Armeno fu annesso uno studio di arti e mestieri che diventerà privato nel 1900. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’Asilo è stato rifugio di famiglie povere e dopo il 1980, anno del terremoto, la struttura fu abbandonata. L’ex Asilo Filangieri oggi è diventato sede di una comunità che svolge attività senza scopo di lucro.
- La città greco-romana: al di sotto della Chiesa di San Lorenzo vi è una vera e propria città sepolta, ritrovata solo negli anni ’70 del 900. Tra i resti è possibile notare due strade romane, con botteghe dell’epoca, una vasca greca e un cardine romano, una lunga strada sede di botteghe come osterie e lavanderie. L’area inoltre prevedeva un Aerarium, una sorta di banca dell’epoca, e tante botteghe con banconi espositivi in pietra. Probabilmente la zona fu abbandoata nel V secolo d.C in seguito ad un’alluvione che coprì la zona di fango.
- La Chiesa di San Gregorio Armeno: la chiesa di San Gregorio Armeno, conosciuta anche come Chiesa di San Patrizia fu costruita su una basilica nata per volere della madre dell’imperatore Costantino, Sant’Elena. La Chiesa, che è possibile visitare oggi, fu costruita tra il 1574 e il 1580 e presenta all’interno rappresentazioni di Santo Stefano, San Lorenzo e gli Evangelisti. La Chiesa di San Gregorio Armeno fu una delle poche a non essere distrutta con l’avvento di Murat e qui furono trasportate le reliquie di molti santi ancora oggi conservate, come le spoglie di san Giovanni Battista e santa Patrizia. In questa Chiesa si esegue poi il rito dello scioglimento del sangue di Santa Patrizia, forse meno conosciuto di quello di San Gennaro nel Duomo, ma altrettanto importante per i napoletani. La Chiesa è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 12:00, mentre nei weekend dalle 9:00 alle 13:00 (salvo variazioni).
I pareri dei turisti sulla zona presepi di Napoli
Ecco invece i pareri di chi ha già avuto modo di visitare i presepi di Napoli a San Gregorio Armeno e le altre bellezze che questa città offre. Recensioni che possono esservi utili per farvi un’idea di cosa troverete arrivati sul posto.
C’è chi vede nelle vie di San Gregorio Armeno il vero spirito di Napoli:
E chi consiglia di non soffermarsi solo sui presepi ma di ammirare anche le bellezze che offre Spaccanapoli.
Napoli, San Gregorio Armeno come arrivare e orari
Tutte queste informazioni e curiosità sulla Chiesa di San Gregorio Armeno di Napoli, i presepi e i diversi monumenti da vedere ti ha fatto venir voglia di aggiungere questa zona ai tuoi posti da visitare a Napoli ? Allora ecco alcune indicazioni e su come arrivare a via San Gregorio Armeno Napoli e la mappa del posto.
I negozi e le botteghe di San Gregorio Armeno hanno orari variabili. Durante l’anno aprono alle 9.30 del mattino e chiudono alle 19 di sera. Durante il periodo natalizio invece, quando c’è maggiore affluenza di turisti, i negozi restano aperti fino alle 20.00.
Via San Gregorio Armeno è raggiungibile partendo da via Duomo prendendo uno dei due Decumani collegati alla strada, il Decumano Maggiore o il Minore (via dei Tribunali e via San Biagio dei Librai). Se invece utilizzate la metropolitana dovrete scendere alla fermata di Piazza Dante della Linea 1 e camminare verso Porta Alba per arrivare prima al campanile della Chiesa di Santa Chiara e poi a Piazza del Gesù.