Museo Ebraico di Berlino, la rappresentazione del Vuoto e della storia

Se tra le cose da vedere a Berlino cercate un museo che vi racconti in modo classico la storia degli ebrei, avete sbagliato posto. Questo non è un museo, è un’esperienza sensoriale che, attraverso luci, spazi, pendenze e, sopratutto, vuoti, vi farà provare sensazioni indimenticabili. Se deciderete di visitare Berlino e il suo Museo Ebraico, preparatevi per un’esperienza che vi cambierà e segnerà nel profondo, che vi dilanierà l’anima e che vi farà apprezzare ogni singolo secondo del resto della vostra vita.

Cosa visitare a Berlino: il Museo Ebraico

A Berlino, musei e luoghi in cui la cultura e la storia sono protagoniste sono molti, forse più che in qualsiasi altra capitale del Nord Europa, tant’è vero che i musei di Berlino hanno anche un loro quartiere, la Museumsinsel (Isola dei Musei). Questo museo di Berlino, però, esula un po’ da quello che ci si può aspettare, o forse conferma le aspettative: tutto dipende dall’animo con cui ci si accinge a visitarlo. Il Museo Ebraico di Berlino (Jüdisches Museum in tedesco) non è “solo” un museo, ma un’esperienza da vivere in silenzio, in punta di piedi. Che conosciate o meno la Storia moderna non importa: qui non si parla della storia in senso stretto, ma di vita. Della vita persa, della vita sacrificata, di tante, troppe, vite spezzate. Come rappresentarle? Come omaggiarle? Ci sono tanti modi, ma forse visitare questo luogo è il modo che più di tutti fa breccia direttamente nell’anima.

Museo Ebraico, Berlino: il museo del Vuoto

La sede del Museo Ebraico di Berlino non è sempre stata quella attuale: nel 1933 si trovava in Oranienburger Strasse. Quando la Gestapo sequestrò la collezione e il regime nazista ne impose la chiusura, il museo venne spostato temporaneamente presso il palazzo barocco di Philipp Gerlach, il Kollegienhaus, nella Berlino Ovest. Negli anni ’70 si iniziò a parlare di riapertura e fu addirittura fondato un comitato dedicato e organizzata una mostra sulla storia ebraica nel 1978. Nel 1988 il Senato di Berlino indisse un concorso per ampliare i musei di Berlino con uno spazio dedicato alla comunità ebraica. Vinse il concorso Daniel Libeskind con la sua idea “Between the lines”, tra le righe (per questo motivo spesso il museo viene anche chiamato Museo Libeskind, Berlino) e i lavori iniziarono nel 1992. Le due righe di Libeskind rappresentavano le due facce della storia della storia ebraica: l’unità e la continuità da una parte (la linea ingarbugliata e contorta, ma senza interruzioni), la divisione e gli eventi storici che l’hanno segnata dall’altra (la linea spezzettata).

museo berlino

Niente è lasciato al caso nel museo ebraico: l’intero complesso è estremamente evocativo, ogni dettaglio è pensato per far riflettere e per rispecchiare la storia ebraica attraverso linee frastagliate, accostamenti di materiali diversi tra loro e forme asimmetriche e irregolari. Le stesse finestre sembrano quasi ferite da cui entra la luce, energia sprigionata, come un lampo o un fulmine. Tutto ha un significato ben preciso. Lo stesso pavimento è diviso in zone diverse (est e ovest) raggiungibili solo attraverso percorsi articolati, tra gallerie lunghe, anguste e buie piene di curve spigolose. Una costante sensazione di smarrimento e distruzione che suscita inquietudine e richiama alla mente l’idea stessa di sofferenza e pena. In questo modo si snoda la storia ebraica in Germania in 5 fasi, dall’inizio della vita ebraica in Germania per passare attraverso il Medioevo, l’Illuminismo e i giorni nostri, in cui il Nazionalsocialismo, l’Olocausto e il post Seconda Guerra Mondiale occupano un posto di rilievo.

museo olocausto berlino

Il filo conduttore di ogni dettaglio è il vuoto, quel vuoto terrificante e silenzioso che accompagna la morte, il vuoto lasciato dall’Olocausto. Il percorso all’interno del Museo Ebraico (Berlino) è difficile e complesso, proprio come la vita degli ebrei durante la storia. Si snoda in tre assi, ovvero in tre passaggi sotterranei costruiti in cemento e acciaio che uniscono la vecchia sede con quella nuova e che creano dei “vuoti” (voids). Anche questi percorsi sono arricchiti da significati simbolici molto chiari e rappresentano la storia (o i destini) del popolo ebraico:

  • l’Asse della Continuità, che porta al museo vero e proprio, dove si trova la mostra permanente e la “Scala della Continuità”. Rappresenta la continuità della storia ebraica in Germania, nonostante l’Olocausto.
  • il secondo, l’asse dell’Esilio (o dell’Emigrazione), porta al Giardino della Diaspora e dell’Emigrazione (o Giardino dell’Esilio), chiaro riferimento all’esodo ebraico dalla Germania.
  • l’asse dell’Olocausto porta al “Vuoto dell’Olocausto” o “Torre dell’Olocausto”, una torre vuota. Questo è l’unico passaggio a senza uscita e rappresenta tutti i cittadini berlinesi ebrei vittime dei nazisti e, nelle teche, sono visibili alcuni oggetti appartenuti a questi ultimi.
judisches museum

Berlino: cosa vedere nel Museo Ebraico per restare senza fiato

Quando arrivate nei pressi del Museo Ebraico di Berlino già capirete che l’edificio stesso è un’opera d’arte che trasmette sensazioni contrastanti. Come detto, la superficie in lastre di zinco, liscia, è come ferita da tagli verticali, finestre che sembrano pugnalate. Le linee spigolose trasmettono rigidità, inquietudine, ansia. L’architettura dell’intero complesso è una storia muta. Dall’alto sembra un fulmine, mentre esternamente riporta alla forma, destrutturata, della stella di David, simbolo ebraico.
Quando si accede (dal Berlin Museum) si scende nel piano sotterraneo dove partono i tre corridoi (assi) menzionati più su. Ecco di seguito cosa vedere a Berlino all’interno del suo Museo Ebraico:

Giardino dell’Esilio

All’esterno del museo, alla fine dell’asse dell’Esilio, si trova il Giardino dell’Esilio. Il Giardino è circondato da 49 colonne inclinate di 12° che danno un senso di spaesamento, come quello che hanno provato gli esiliati. Disorienta anche il pavimento, con le sue diverse e impercettibili pendenze (circa 6°) che hanno proprio lo scopo di ricreare quella paura, quella mancanza di equilibrio e quell’incertezza di chi non sa se il prossimo passo sarà l’ultimo o dove condurrà. Il numero delle colonne non è casuale: 1948 è l’anno di nascita dello stato di Israele, e la quarantanovesima colonna, riempita con della terra proveniente da Gerusalemme, rappresenta Berlino. Le piante in cima ai blocchi di cemento (alberi di olivagno) esprimono un messaggio positivo: dopotutto, alla fine di tutto, c’è ancora speranza per la vita e per la pace. Inoltre, il fatto stesso che un albero riesca a crescere e mettere radici su dei blocchi di cemento porta anche un altro messaggio: si possono mettere radici ovunque, anche lontano da casa.

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Torre dell’Olocausto

Alla fine dell’asse dell’Olocausto si trova una pesante porta, indistinguibile rispetto al resto delle pareti interne, che si apre sulla Torre dell’Olocausto. L’impatto iniziale è fortissimo: una stanza vuota. Non si capisce dove ci si trova, ma si sentono, ovattati, i rumori dell’esterno. C’è solo un taglio sul soffitto da cui entra la luce, la pioggia, il freddo e il caldo, senza riguardi. Un ambiente cupo e angosciante che vuole riprodurre la disperazione e la mancanza di scappatoie degli ebrei deportati, isolati, ignari, che aspettavano solo una fine.

museo shoah berlino

Shalechet – Foglie cadute

All’interno dell’unico spazio vuoto visitabile del Museo Ebraico si trova il punto probabilmente più toccante, che arriva dritto al cuore: un’opera dell’artista israeliano Menashe Kadishman dal titolo “Shalechet” (Foglie Cadute). Si tratta di 10 mila volti in acciaio punzonato sparsi sul pavimento dello Spazio Vuoto della Memoria dedicati alla memoria delle vittime delle guerra e della violenza, e non solo della Shoah. L’effetto è stravolgente: si cammina su delle facce. Facce irriconoscibili, anonime, che vengono calpestate producendo un rumore inquietante di metallo che sfrega su metallo, come un grido strozzato. I visitatori qui sono pochi e sostano il minimo indispensabile proprio per fuggire dalla penosa sensazione di star calpestando le vittime delle storia.

musei berlino

Collezione permanente e mostre temporanee

All’interno del Museo Ebraico di Berlino sono presenti sia mostre temporanee sui temi più disparati legati alla cultura ebraica, che una collezione permanente in cui si trovano oggetti, manufatti, libri, foto e altre testimonianze della comunità ebraica nel corso della storia. Sono altresì presenti postazioni multimediali con spazi dedicati anche ai più piccoli. In particolare è presente un gioco pensato per i bambini dai 6 anni in poi in cui una figura della tradizione ebrea guida i piccoli esploratori nella storia e nelle tradizioni ebree.

Caffetteria

Nel 2007 è stato costruito il cortile di vetro (Glass Courtyard), nel cortile dell’edificio storico risalente al 1735 “Kollegienhaus”. Questo spazio multifunzionale in vetro e acciaio ospita sia la caffetteria che numerosi eventi, il tutto nel rispetto e in armonia con l’edificio originale in stile barocco. La struttura è ispirata alle capanne Sukkah, utilizzate dagli ebrei osservanti in occasione della festa autunnale di Sukkot, e in estate le porte vengono aperte per usufruire anche dello spazio esterno con eventi culturali e mostre. Presso la caffetteria Eßkultur è possibile fare colazione con labneh o fermarsi a pranzo per assaggiare alcuni piatti tipici della tradizione ebraica come hummus, shakshuka, latkes e baba ghanoush. Un posto dove riposare, riflettere e godere della struttura architettonica del Cortile di vetro in inverno o del giardino del museo in estate. È possibile anche prenotare gli spazi per eventi privati. La caffetteria è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18 (pranzo dalle 12 alle 15) e si trova in Lindenstraße 9–14. L’entrata è gratuita.

shoah ebraica

Giardino, biblioteca e negozio

Alle spalle del Museo Ebraico di Berlino si trova il Giardino della Diaspora, un giardino indoor all’interno della W. Michael Blumenthal Akademie (dall’altra parte della strada rispetto all’edificio del museo). Progettato dall’atelier le balto, ospita diverse specie vegetali in stadi differenti di crescita il cui significato si ricollega alla diaspora ebraica. Sempre all’interno dell’accademia si trova una biblioteca e una sala di lettura. La biblioteca è aperta dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 17 e per accedere è necessario fare richiesta a archive@jmberlin.de oppure a bibliothek@jmberlin.de.
Infine, è presente anche un negozio dove acquistare souvenir, libri, le pubblicazioni del museo e articoli relativi alla cultura e alla religione ebraica, oltre a tutto l’occorrente per le varie festività, come per esempio per Chanukkà, il Natale ebraico. Il negozio è aperto tutti i giorni dalle 11 alle 19 e si trova in Lindenstraße 9–14.

museo ebrei berlino

Anoha: il Museo Ebraico per bambini

Proprio di fronte alla struttura, dall’altra parte della strada, a breve aprirà un secondo museo dedicato ai bambini tra i 3 e i 10 anni, dove avranno modo di scoprire tradizioni e storia ebraica. Il fulcro del museo è l’arca di Noè, storia  contenuta nella Torà, l’enorme nave con cui Noè salvò la sua famiglia e gli animali di ogni specie dal diluvio universale. Partendo da questa storia i bambini inizieranno un percorso attraverso storia e religione, insieme a ai tantissimi animali (costruiti con materiali riciclati) contenuti nella gigante arca di legno. Ogni parte e ogni scultura è una scoperta: su alcuni animali ci si può arrampicare, stendere e intrufolarsi come fossero caverne, altri invece fanno strani versi e contengono addirittura dei tesori…
Il complesso si trova presso la W. Michael Blumenthal Akademie, all’indirizzo: Fromet-und-Moses-Mendelssohn-Platz 1, riconoscibile dall’enorme scritta bianca su sfondo blu. Bambini e ragazzi fino a 18 anni entrano gratuitamente, mentre il biglietto per gli adulti costa 8€ (ridotto 3€) e si possono acquistare qui.

museo della shoah berlino

Curiosità sul Museo Ebraico di Berlino da conoscere prima di farci visita

  • L’intero progetto dietro il Museo Ebraico di Berlino è stato concepito da Libeskind sulla base di tre concetti fondamentali: “l’impossibilità di comprendere la storia di Berlino senza capire l’enorme contributo intellettuale, economico e culturale da parte del cittadini ebrei di Berlino, in secondo luogo, la necessità di integrare fisicamente e spiritualmente il significato dell’Olocausto nella coscienza e nella memoria della città . In terzo luogo, che solo attraverso il riconoscimento della cancellazione della vita ebraica a Berlino, la storia di Berlino e dell’Europa possono avere un futuro umano“.
  • Il palazzo del Kollegienhaus, dove temporaneamente fu allestito il Museo Ebraico di Berlino, per molti anni fu Corte d’Appello prussiana. Dopo la Seconda guerra mondiale ospitò il museo della storia della città poiché la maggior parte dei musei a Berlino erano rimasti nella parte est. Attualmente qui sono allestite le esposizioni del Museo Ebraico, oltre a essere sede della caffetteria, del punto informazioni e degli uffici.
  • La scala e il sentiero sotterranei che collegano il Kollegienhaus e l’edificio di Libeskind rappresentano il collegamento tra la storia tedesca e quella ebraica.
simbolo ebraico
  • Quando il Museo Ebraico di Berlino fu inaugurato, era totalmente vuoto: il modo più efficace per rappresentare il significato del museo e della sua architettura.
  • La forma dell’edificio di Libeskind visto dall’alto gli è valsa il soprannome di Blitz, fulmine, per via delle sue linee a zig-zag che ricordano appunto la forma di un fulmine stilizzato.
  • La posizione delle finestre sembra casuale, ma non lo è: riproducono la posizione delle abitazioni di importanti cittadini ebrei tedeschi prima della guerra.
  • Inizialmente il contenuto del Museo Ebraico rappresentava solo una parte del Berlin Museum (il “dipartimento ebraico). Nel 1988 fu indetto il concorso per la progettazione della nuova sede e nel 1999 fu ufficializzata l’autonomia e il ruolo istituzionale del museo, inaugurato nel 2001.
quartiere ebraico berlino

Jüdisches Museum, Berlin: le opinioni dei visitatori

Come avrete compreso, tra le cose da vedere a Berlino il Museo Ebraico occupa un posto di rilievo per la sua importanza storica e architettonica, per il suo altissimo significato simbolico e spirituale. Ecco le opinioni, direttamente dalla pagina TripAdvisor dedicata, di chi ha avuto modo di visitarlo:

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Museo Ebraico, Berlino: orari, mappa e info utili

L’unico modo per entrare nel Museo Ebraico è attraverso il Berlin-Museum. Da qui si scende al piano sotterraneo, dal quale si diramano i tre percorsi.
È possibile sia seguire una visita guidata che scoprire il museo tramite l’app gratuita messa a disposizione dal museo, scaricabile qui per Android e qui per iOS.

Il Museo Ebraico di Berlino è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18).

L’ingresso alla mostra permanente è libero, ma è consigliabile prenotare l’ingresso a questo link per evitare code.

Per quanto riguarda invece le mostre temporanee:

  • Biglietto intero: 8€
  • Biglietto ridotto: 3€ (studenti, giovani in servizio volontario federale, disoccupati (ai sensi della legge ALG I), disabili gravi (almeno 50% con attestazione valida)
  • Gratis: ragazzi sotto i 18 anni, appartenenti all’associazione Amici e sostenitori del Museo Ebraico di Berlino, possessori di Berlinpass, riceventi sussidi sociali (ALG II, assistenza sociale, tutele sociali di base o altre integrazioni ai sensi della legge sulle prestazioni per i richiedenti asilo – dietro presentazione di un’attestazione valida), accompagnatori di disabili gravi in possesso di un’attestazione medica che dimostri la necessità della loro presenza, appartenenti al DMB (Associazione tedesca musei), membri ICOM (International Council of Museums), giornalisti.

Se cercate cosa vedere a Berlino in 3 giorni, sappiate che con il Berlin Museum Pass avete la possibilità di visitare 50 musei berlinesi per tre giorni consecutivi a 29€ (intero, 14,50€ ridotto). L’ingresso è gratuito anche con la Berlin Welcome Card (6€ intero, 2,25€ risotto).
È possibile noleggiare una audioguida sia in inglese che in tedesco per 3€.

Il Museo Ebraico di Berlino si trova in Lindenstraße 9-14 ed è raggiungibile con i seguenti mezzi:

  • Metro U1, U6 (Hallesches Tor)
  • Metro U6 (Kochstraße)
  • Autobus 248 (Jüdisches Museum)
  • Autobus M29 (Lindenstraße/Oranienstraße)
  • Autobus 41 (Zossener Brücke)

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