Palazzo Madama e Museo Civico di Arte Antica: Torino raccontata tra le mura dello storico palazzo

Torino racconta e nasconde in ogni suo angolo, perpetrando questa doppia identità di città aperta e allo stesso tempo misteriosa. A Torino, da vedere c’è moltissimo, è indubbio, ma quello che colpisce è sempre quello che si nasconde dietro a un semplice palazzo. Ed è così che Palazzo Madama incarna alla perfezione la dualità torinese: davanti, facciata barocca che solo a guardarla porta alla mente immagini di sfarzose feste della nobiltà Ottocentesca. Dietro, austere torri medievali su cui è ancora possibile intravedere le merlature, testimonianza di un’antica funzione di avamposto protettivo della città. Cosa celerà la storia di Palazzo Madama? Continuate a leggere e scoprite perché una vista a questa residenza sabauda e al Museo Civico d’Arte Antica contenuto al suo interno entrato a pieno titolo nelle 10 cose da vedere a Torino!

Cosa vedere a Torino: Palazzo Madama

Passeggiando per il centro Torino, inevitabilmente vi imbatterete in Piazza Castello. Come la Mole Antonelliana, visibile da ogni angolo della città, il Palazzo Madama è una delle cose da vedere a Torino che trova voi, non il contrario. Arrivati a piazza Castello forse vi chiederete a cosa deve il nome, dal momento che tutto quello che riuscite a vedere venendo da Via Garibaldi è “solo” un sontuoso palazzo barocco, ma provate a girare l’angolo e avrete la risposta alle vostre domande. Oppure, continuate a leggere e scoprite la storia, le curiosità e tutto quello che c’è da sapere su Palazzo Madama a Torino e sulle “reali madame” che lo hanno abitato, amato e abbellito.

Palazzo Madama, Torino: storia di un simbolo

La storia del Palazzo Madama di Torino affonda le sue radici addirittura in epoca romana, quando Torino era ancora Augusta Taurinorum. In origine era “solo” una porta di accesso alla città, detta Porta Praetoria. Nel IX secolo emerse la necessità di ampliarla e renderla una vera e propria fortezza difensiva, anche grazie alla sua posizione strategica. La struttura si irrobustisce e gli archi vengono chiusi, lasciando solo un passaggio più piccolo a ridosso della torre meridionale (Porta Fibellona). Dal XIII secolo in poi la proprietà passa dai marchesi di Monferrato ai Savoia-Acaja. A questi ultimi si devono altri lavori di ampliamento e rinforzo che ne trasformano ulteriormente l’aspetto, rendendolo un vero e proprio castello e centro del potere, con pianta quadrata, portico e torri (queste ultime ancora visibili nel retro del palazzo). Da questo momento in avanti la fortezza diventa l’alloggio degli ospiti importanti e sede di celebrazioni, matrimoni e spettacoli.

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La storia degli edifici Savoia è spesso legata a forti figure femminili (come nel caso di Villa della Regina), e questo non fa eccezione. A partire da Maria Cristina di Borbone-Francia, che la sceglie come residenza personale per scappare all’ambiente di corte e che si adopera affinché il palazzo sia ristrutturato, abbellito e ammodernato secondo il gusto dell’epoca. Come è facilmente intuibile, è a questa “madama”, che in dialetto torinese sta per “signora”, che si deve il nome del palazzo. Sessant’anni dopo, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, reggente di Savoia in nome del figlio minorenne, continua l’opera di colei che l’aveva preceduta, rendendo quest’antica fortezza un vero e proprio gioiello barocco, sfarzoso, lussuoso e maestoso. Il progetto di riqualificazione è affidato all’architetto di corte Savoia, Filippo Juvarra, che riesce però a completare solo la facciata, lasciando il retro del palazzo nella sua originaria foggia medievale. A quest’epoca, il nome Palazzo Madama è già entrato nell’uso comune.

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A partire dal XIX secolo, la funzione del palazzo diventa quella di osservatorio astronomico, con tanto di cupola adibita alle osservazioni scientifiche (successivamente spostata in collina). Carlo Alberto di Savoia, durante il suo regno (1831-1849) adibì per la prima volta il Palazzo a museo, ovvero a Regia Pinacoteca, al fine di esaltare lo spirito mecenate dei Savoia e il binomio tra il loro regno e l’identità nazionale italiana. A partire dal 1848 Palazzo Madama a Torino accolse il Senato Subalpino e, dal 1869, la Corte di Cassazione, fino al 1864. Bisognerà aspettare il 1883 per la riscoperta della storia di Palazzo Madama, principalmente grazie all’archeologo Alfredo D’Andrade, e contestualmente i lavori di ricerca e recupero. Per tutto il corso del 1900 si sono susseguite opere di restauro e ripristino terminate nel 2006, ripristinando non solo le merlature delle torri, ma anche parte del tetto e i cammini di ronda. Nel 1934 è diventato la sede del Museo Civico di Arte Antica, di cui parleremo più avanti.

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Architettura di Palazzo Madama, Torino

Come detto, Palazzo Madama a Torino nasce come porta di accesso alla città, si evolve in fortezza e arriva a noi come palazzo dal gusto barocco. La sua storia è parte integrante del suo aspetto, basta sapere dove guardare. Sul retro del palazzo sono ancora visibili le mura più antiche, con le torri medievali. La facciata, invece, è opera dell’architetto Filippo Juvarra che, sotto commissione della reggente Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, aveva progettato un rifacimento grandioso. Originariamente il progetto prevedeva cinque facciate in marmo, ma solo quella su Via Garibaldi (all’epoca Via Dora Grossa) fu portata a termine. L’idea era quella di creare un’enorme scatola traforata da enormi finestre a fare da contorno allo scalone d’onore, ovvero la sontuosa scalinata a due rampe, simmetriche e contrapposte, tipiche dello Juvarra, che portano al piano nobile.

All’esterno, dal basso verso l’alto troviamo un piano a bugnato (blocchi di pietra sovrapposti) da cui parte una sezione a finestroni intervallati da lesene (colonne decorative),  mentre nella campata centrale aggettante troviamo quattro imponenti colonne. Salendo, una trabeazione scolpita che regge una balaustra decorata da vasi e statue. In origine la corte era all’aperto, ma Maria Cristina di Borbone-Francia ne ordinò la copertura, e infatti ad oggi risulta più alta di un piano rispetto al resto della struttura.

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Sempre a Maria Cristina di Borbone-Francia si deve l’attuale elegante ricchezza degli interni, classici e lineari, quasi leggeri rispetto al resto, ampiamente illuminati dai finestroni che danno sulla piazza antistante. Quando Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours morì, la parte posteriore del palazzo, quella che mantiene ancora viva l’origine medievale dell’edificio, venne modificata via via adattandosi alle varie destinazioni d’uso, da commissariato di polizia a sede del governo provvisorio francese durante le campagne di Napoleone Bonaparte.
Per quanto riguarda gli interni, oltre alle già menzionate scalinate, da notare le decorazioni pittoriche degli allestimenti di Domenico e Bartolomeo Guidobono. Si ritrovano in particolare nella Camera della duchessa, nell’attuale Sala Guidobono, nel Gabinetto Cinese e nella Veranda Sud. I soffitti, in particolare nell’atrio di ingresso, con la loro struttura a volte a vela danno un senso di ariosa leggerezza che riprende il delicato rigore delle scale e degli stucchi pregiati.

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Museo Civico di Arte Antica, Torino

Come detto, a partire dal 1934, il Palazzo Madama di Torino ospita, nei suoi quattro piani e 35 sale, il Museo Civico di Arte Antica. L’esposizione di più di 2.500 opere inizia dal piano interrato, dove accanto a quanto resta dell’eredità romana, si trova il Lapidario Medievale e sculture ritrovate nel Piemonte nel Medioevo. Proseguendo verso il piano terra, ci si imbatte nelle rappresentazioni artistiche piemontesi relative al periodo a cavallo tra Duecento e Cinquecento (periodo gotico e rinascimentale), fino ad arrivare al salone quattrocentesco voluto da Ludovico d’Acaja, impreziosito da diverse collezioni pittoriche e scultoree. Nella Torre Tesori, all’interno di una delle torri, sono custodite testimonianze storiche notevoli, come  il manoscritto di Van Eyck e uno dei più celebri simboli della “ars nova” fiamminga, il quadro dal titolo “Ritratto d’uomo” a firma di Antonello da Messina. A proposito di torri, se desiderate scattare una foto memorabile non dimenticate di visitare i punti panoramici forniti dalle torri!

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Arrivati al primo piano, dedicato al periodo barocco, è possibile imbattersi in una delle tante mostre temporanee spesso allestite presso la Sala del Senato, come quelle del Mantegna, molto apprezzate, oppure visitare i sontuosi appartamenti delle Madame Reali, anch’essi ricchi di pregevoli opere artistiche, oltre che decorazioni architettoniche. Molte delle opere qui presenti facevano parte addirittura del Gabinetto delle Meraviglie di Carlo Emanuele I.
La visita si conclude nel secondo piano, presso il quale si trovano le esposizioni di diverse collezioni di arti decorative, dalle ceramiche ai vetri, passando per lavori di oreficeria e tessuti finemente lavorati. Degni di nota sono certamente le collezioni di ceramiche, una delle più vaste e curate al mondo, tra cui il “Servizio del Re di Sardegna”, un tesoro che per anni si è creduto disperso e che ora è possibile ammirare nel Palazzo Madama.
Al termine della visita non perdetevi la Camera della Galleria, presso la Veranda Nord, dove potrete riposare e bere un caffè nel bar interno prima di ripartire alla ricerca di cosa vedere a Torino.
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Il Tesoro di Desana

Nel Lapidario Medievale sono conservate diverse testimonianze artistiche, ma la più importante è senza ombra di dubbio il Tesoro di Desana, dal nome della località in cui presumibilmente sono stati ritrovati. La sua particolare e misteriosa storia merita una breve menzione: nel 1938, un uomo porta al Museo Civico d’Arte Antica di Torino una raccolta di gioielli e accessori d’oro e d’argento. Non si sa dove siano stati trovati, non si sa chi li abbia trovati, non si sa a quale epoca risalgano. L’unica spiegazione, totalmente inverosimile, fornita da Vittorio Viale (questo il nome dell’uomo) è che questo “tesoro nascosto” sia stato acquistato, insieme all’amico Piero Accorsi, presso un mercatino d’antiquariato. Alcuni reperti sono stati datati al 510, periodo in cui probabilmente la raccolta di manufatti è stata nascosta nella zona che ora conosciamo come Desana, da Decio, imperatore romano che diede il suo nome alla zona occupata dalla sua proprietà, la “Mansio Deciana”.

In ogni caso, visitando Palazzo Madama a Torino possiamo ammirare il “Tesoro di Desana“, testimonianza dell’incontro culturale e artistico tra Romani e Goti, che si stabilirono nel Nord Italia nel III secolo. In particolare, l’anello nuziale risalente all’inizio del VI secolo che riporta i nomi Stefanius (o Stefanus, quindi un nome latino) e Valatrud, di origine gota, fa pensare a una famiglia mista, prova dell’unione culturale, artistica, politica, ma anche romantica, tra Romani e Goti. Infine, probabilmente la maggior parte dei gioielli fanno parte proprio del corredo matrimoniale di Valatrud.

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Torino Palazzo Madama: le curiosità da non perdere

Come detto, Palazzo Madama era una porta di ingresso alla città di Torino, che all’epoca portava al “decumano massimo”,  l’odierna Via Garibaldi. Rispetto alla città, la porta si trovava verso Est, ovvero verso Roma. Ma le curiosità e i piccoli dettagli che fanno la differenza e che è sempre interessante scoprire, non finiscono qua. Ecco qualche informazione su Palazzo Madama che forse nemmeno i torinesi conoscono:

  • Nei pressi dell’uscita del palazzo, passando vicino alla libreria, è possibile vedere i resti delle antiche mura romane ancora conservate.
  • Per facilitare gli spostamenti tra l’attuale Palazzo Reale e Palazzo Madama, alla fine del 1400 venne costruita una galleria che collegava i due edifici.
  • A partire dal 1578, in occasione di eventi importanti, i Savoia hanno esposto la Sacra Sindone all’interno del Palazzo Madama.
  • All’interno della Sala Guidobono è possibile vedere la firma e la data dell’opera, apposta dal pittore Guidobono: «Die X Xmbris 1714 D. Guidobono Perfecit».
  • Il salone del palazzo è stato ricavato dal cortile del castello. Le dodici coppie di statue rappresentano le Province dello Stato Sabaudo, mentre i medaglioni che sovrastano le 8 porte che si diramano dal salone, rappresentano allegoricamente le qualità di governo di un sovrano.
  • Palazzo Madama si può visitare anche da casa: per un tour virtuale a 360° basta collegarsi con il sito In Onda della Fondazione Torino Musei Digitale.
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  • Si possono prenotare alcune sale del Palazzo Madama per eventi privati, con tanto di buffet e cene di gala e possibilità di visite guidate personalizzate. E non solo: il menù può essere personalizzato a tema con la mostra in corso!
  • Le grandi finestre che danno sulla piazza non avevano solo la funzione di far entrare la luce del sole, ma anche quella di permettere al popolo di vedere come si svolgevano le sontuose feste all’interno del palazzo.
  • I giardini che circondano il Palazzo Madama di Torino contengono piante e specie botaniche che risalgono al medioevo.
  • Nel 2011, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha presenziato, in occasione del 150º anniversario dell’Unità d’Italia, all’inaugurazione della Sala del Senato Subalpino, frutto di un intenso lavoro di recupero portato avanti grazie ai finanziamenti della Fondazione CRT.
  • All’interno del Palazzo è custodito un vasto archivio che raccoglie tutte le testimonianze storiche che lo riguardano. Più di 500 disegni, 6.000 fotografie, progetti, saggi e documenti, tutto consultabile su appuntamento.
  • A partire dal 2014, Palazzo Madama è proprietà della città di Torino.
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Recensioni dei visitatori

Come potete vedere, c’è veramente molto da scoprire all’interno e all’esterno del Palazzo Madama di Torino. Ecco cosa dice chi l’ha già visitato:

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Palazzo Madama, Torino: orari e prezzi

Per concludere, ecco alcune informazioni utili relative sia a Palazzo Madama che al Museo Civico d’Arte Antica di Torino, da tenere a mente per organizzare al meglio le cose da vedere a Torino.

Palazzo Madama, Torino: orari
Sia il museo che le mostre, salvo eventuali cambiamenti, sono chiusi dal lunedì al mercoledì e aprono il giovedì e il venerdì dalle 12.00 alle 19.00 e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 19.00. È possibile acquistare i biglietti fino a un’ora prima la chiusura.

Palazzo Madama, Torino: prezzi

Per visitare le mostre permanenti, il biglietto intero costa 10€, mentre il ridotto 8€. L’entrata è gratuita per i minorenni e i possessori di Abbonamento Musei Torino, Torino + Piemonte card.
Quando non festivo, il primo mercoledì del mese l’ingresso è gratuito (salvo modifiche)
Ecco una visita virtuale del Palazzo Madama

Palazzo Madama, come arrivare

Dopo aver conosciuto tutte queste informazioni sul Palazzo Madama di Torino, mostre e storia, ecco le indicazioni per giungere a visitare questo capolavoro.
Se si viaggia in auto e si utilizza il navigatore, si può impostare questo indirizzo:

Palazzo Madama, Piazza Castello, 10122 Torino

Ci sono diversi parcheggi pubblici nei pressi del palazzo e un parcheggio sotterraneo a pagamento, “Torre Romana”, al quale si accede da via Pietro Micca o piazza San Carlo.
Viaggiando in treno, sia dalla stazione Porta Nuova che Porta Susa si può arrivare a piedi percorrendo via Roma e via Garibaldi (percorso di circa 2 km).
In alternativa, queste sono le linee autobus e tram che passano per Piazza Castello (capolinea Torino Centro e Torino Inedita): 4, 11, 12, 13, 15, 18, 51, 55, 56, 61, 68.

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