Palazzo Vecchio, tutto quello che c’è da sapere su uno dei simboli di Firenze

Il Palazzo Vecchio di Firenze è conosciuto con tanti nomi: Palazzo della Signoria, Palazzo Ducale, Palazzo del Comune o Palazzo dei Priori. Dietro ad ognuno di questi vi è una storia ben precisa, che Cose di Viaggio ti racconterà in questa guida alla scoperta dell’imponente fortezza gotica, le cui fondamenta mettono le radici in un territorio antico: teatro di mille eventi e battaglie ritratti in quadri, affreschi e sculture immortali.

Palazzo Vecchio Firenze: storia di uno dei palazzi più noti al mondo

Nella lista di cosa vedere a Firenze, sicuramente non può mancare uno dei simboli della città, Palazzo Vecchio, anche conosciuto come Palazzo della Signoria. Palazzo Vecchio è stato costruito tra il 1299 e il 1314 ad opera di Arnolfo di Cambio, che lo ha modellato sui due famosi palazzi appartenuti all’esiliata famiglia degli Uberti: Palazzo dei Fanti e dell’Esecutore di Giustizia. Ciò per rendere omaggio alla grandezza di Firenze e assicurare ai magistrati un luogo dove svolgere indisturbati il proprio lavoro. Sotto il Palazzo Vecchio sono state trovate, durante gli scavi del 2000, le rovine di un teatro romano: probabilmente centro della vita sociale e culturale dell’antica Florentia. Ulteriori scavi hanno poi attestato la presenza di elementi architettonici risalenti al Medioevo: periodo in cui la zona corrispondente all’attuale Piazza della Signoria era densamente popolata e tappezzata, quindi, di abitazioni e torri.

Palazzo Vecchio

Il Palazzo è stato sede della Signoria a partire dal 1302: da qui il nome di Palazzo della Signoria. Negli anni successivi, è stato ampliato e modificato dal Duca Gualtieri VI di Brienne, a partire dal 1440 sono state aggiunte ulteriori modifiche dal Granduca Cosimo de’ Medici e, nel 1494, dai Savonarola.
Cosimo de’ Medici ha fatto del suo Palazzo Ducale a Firenze –  chiamato Palazzo Vecchio dopo il trasferimento a Palazzo Pitti – non solo la sua dimora personale, ulteriormente ampliata da Giorgio Vasari, ma anche e soprattutto fulcro della sua attività di mecenate. I lavori di ricostruzione e restauro hanno reso la fortezza un simbolo identitario e luogo di sperimentazione di interessanti connubi artistici: come il contrasto tra l’esterno gotico e lo stile manierista riscontrabile, immediatamente, entrando nel Cortile di Michelozzo.
Durante il Regno d’Italia, Firenze è stata designata come Capitale e Palazzo Vecchio ha ospitato il Parlamento, fino al 1871. Attualmente il comune di Firenze, ha sede a Palazzo Vecchio che ospita inoltre uno dei musei più famosi della capitale toscana.

Palazzo Vecchio

Palazzo della Signoria a Firenze: come appare l’esterno

Visitare Palazzo Vecchio a Firenze significa immergersi in un mondo senza tempo. L’ingresso a questa meraviglia presenta archi neogotici e bifore, decorati da una ricca incorniciatura. Osservando le merlature del ballatoio e della Torre di Arnolfo, ci si accorge che Palazzo Vecchio unisce gli stili di due storiche fazioni politiche, che si sono aspramente contrastate tra il XII e il XIV secolo: i guelfi e i ghibellini. Potrai notare, infatti, sia merlature dalla cima squadrata che a coda di rondine. Il ballatoio presenta degli archi sottostanti, all’interno dei quali sono state dipinte le caratteristiche simboliche della Repubblica Fiorentina, rappresentate attraverso una serie di stemmi:

  • Il popolo Fiorentino e le cose pubbliche, definito da una croce rossa su fondo bianco;
  • I guelfi, rappresentati dal giglio rosso su fondo bianco;
  • I ghibellini, giglio bianco su fondo rosso;
  • Il rapporto tra le città di Firenze e Fiesole, rappresentate con il colore rosso e bianco che dividono in due lo stemma;
  • La fedeltà al papato, con le chiavi su fondo rosso;
  • La Signoria, con la scritta “Libertas” su fondo azzurro;
  • L’Ordine di Parte Guelfa, con l’aquila che si appresta a piantare i suoi artigli nelle scaglie di un drago.
Palazzo Vecchio

Il Palazzo Vecchio presentava fino all’Ottocento un’aringhiera, ossia uno spazio dedicato ai Priori per assistere alle cerimonie che si tenevano nell’incantevole Piazza della Signoria, e una scalinata ben più ampia, ridimensionata durante lavori di ristrutturazione risalenti al Rinascimento.
Il portale d’ingresso, su cui si notano due elementi marmorei realizzati dagli scultori Vincenzo de’ Rossi e Bandinelli – ossia la M e la F di maschile e femminile – è sempre stato affiancato da due sculture, che corrispondono attualmente ad una copia del David di Michelangelo e ad Ercole e Caco di Bandinelli. Verso il 1450, al loro posto si potevano ammirare i due capolavori di Donatello, Giuditta e Oloferne e il Marzocco, ovvero il simbolico leone di Firenze: animale che troverai in vari elementi della facciata. Alzando lo sguardo, infatti, potrai notare due leoni marmorei su uno sfondo blu trapuntato di gigli, che a loro volta affiancano un monogramma di Cristo Re e un trigramma che reca la scritta “Rex Regum Et Dominus Dominantium”: fortemente voluti da Cosimo I.

Torre di Arnolfo

In ultimo, ma non per importanza, l’elemento cardine di Palazzo Vecchio: la Torre di Arnolfo, anche detta Torre dell’orologio, edificata nel 1310 circa. Cosa davvero curiosa è la posizione non centrale, ma posta leggermente verso sud, di questo simbolo fiorentino che presenta soluzioni architettoniche molto interessanti, come l’evidente sporgenza rispetto alla costruzione che sovrasta. All’interno del suo alberghetto, la Torre di Arnolfo ha ospitato prigionieri come Cosimo il Vecchio e Girolamo Savonarola. Nella cella della torre suonano tre campane: la campana dei rintocchi, quella del mezzogiorno e la Martinella. Sulla cima, vi è un Marzocco di circa due metri: la creatura regge con tre zampe un’asta, che termina con l’iconico giglio di Firenze.

Palazzo Vecchio a Firenze: cosa vedere nei cortili

Palazzo Vecchio presenta ben cinque entrate per accedere al pianterreno, dove troverai i tre cortili. Tra queste vi sono la Porta di Tramontana posta a nord, la Porta della Dogana che un tempo conduceva agli uffizi, l’ingresso di Via Leoni recante un particolare stemma mediceo e la porta di sicurezza su Via della Ninna, che sbuca su un passaggio segreto costruito per ordine del Duca di Atene.

Palazzo Vecchio
  • Potrai raggiungere il primo cortile o Cortile di Michelozzo tramite l’ingresso principale di Piazza della Signoria e finire catapultato nell’evento che ha cambiato il volto di Firenze nel 1565: le nozze di Francesco I e Giovanna d’Austria. Così come il Ponte Vecchio, anche quest’area del palazzo è stata completamente stravolta, con pompose decorazioni in stile manierista. Potrai ammirare le volte decorate a grottesche e i dipinti nelle lunette, meravigliosamente conservati; aguzza bene lo sguardo e non perderti le vedute delle città facenti parte dell’Impero degli Asburgo, realizzate appositamente per l’arciduchessa Giovanna d’Austria. Una piccola fontana, posta laddove si trovava il vecchio pozzo, è stata progettata da Vasari e Ammannati e comprende la statua del Verrocchio denominata Putto con Delfino, oggi sostituita con una copia. Nel 1592, Pierino da Vinci ha realizzato la drammatica scultura di Sansone e il Filisteo, posta all’interno di una nicchia: il noto personaggio biblico brandisce una mascella d’asino, pronto ad infrangerla contro la sagoma tremante dell’uomo che sta schiacciando sotto il peso del proprio corpo. Sul lato sinistro del cortile vi è l’entrata alla Camera d’Arme, l’unica ad aver mantenuto il suo aspetto originario risalente al 1312. Su questa affaccia la Porta di Tramontana.
Palazzo Vecchio
  • Nel secondo cortile, detto anche Cortile della Dogana, troverai i piloni che reggono la mastodontica sala del secondo piano, detta Salone del Cinquecento. Prima della piena dell’Arno, avvenuta nel 1844, qui venivano depositate le merci che giungevano da fuori, in attesa di essere rilevate dal proprietario, che pagava poi la rispettiva tassa. Ad oggi, il cortile ospita la biglietteria del museo e il locale dedicato alla libreria.
  • Dagli uffici comunali si può ammirare il terzo cortile o cortile nuovo, progettato dal Vasari. Rispetto al primo e al secondo, è molto più spoglio e presenta un minor stato di conservazione, considerata la perdita di elementi architettonici come i ballatoi e la loggia.

Palazzo Vecchio all’interno: le sale tutte da scoprire

Tra le bellezze del Palazzo Vecchio a Firenze ci sono sicuramente le decine di sale dal grande valore artistico e culturale, tra cui ti consigliamo di non perdere assolutamente il già citato Salone del Cinquecento al primo piano, dedicato principalmente alla famiglia Medici. Ecco nel dettaglio cosa troverai nelle meravigliose sale del museo di Palazzo Vecchio:

  • Il Salone del Cinquecento realizzato dal Cronaca è, infatti, un simbolo che abbraccia storia e politica, antiche e attuali. Grazie alla sua ampiezza di cinquantaquattro metri per ventitré, ha potuto ospitare ben cinquecento membri del Consiglio Maggiore durante il governo dei Savonarola ed è, ad oggi, sede di cerimonie politiche ufficiali. Si sono inoltre tenute qui le riprese dei film cult “Hannibal” di Ridley Scott e “Inferno” di Ron Howard, rispettivamente nel 2001 e nel 2016. Sulle pareti della sala sono presenti sei enormi affreschi, che rappresentano le fasi decisive delle battaglie di Firenze contro Siena e Pisa, mentre sollevando lo sguardo potrai ammirare i meravigliosi pannelli progettati ed eseguiti dal Vasari, che illustrano episodi incentrati sulla vita di Cosimo I, per esaltarne la gloriosa immagine. Per il granduca, Bandinelli ha realizzato a sua volta L’udienza, un livello sopraelevato che costui utilizzava per ricevere le genti al suo cospetto.
Studiolo Francesco I
  • Lo Studiolo di Francesco I è l’ennesimo capolavoro del Vasari e dei suoi allievi, completamente decorato con lo stile tipico del Manierismo. Ogni singolo centimetro di questa piccola stanza è tappezzato da opere d’arte: troverai qui le statuette di bronzo del Giambologna e di Amedeo Ammanati, i ritratti Cosimo I e di Eleonora di Toledo eseguiti da Alessandro Allori e una piccola scala, che ti condurrà al Tesoretto del granduca.
  • Le sale denominate I Quartieri Monumentali, utilizzate dal sindaco per accogliere alte cariche e ospiti in veste informale, sono stanze progettate appositamente per rendere omaggio alla famiglia de’ Medici.
  •  E, fra loro, Giovanni di Lorenzo de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, ha guadagnato un posto d’onore all’interno della sala a lui dedicata, che porta il suo nome di pontefice, rimasto in carica dal 1513 all’anno della sua morte, il 1521. La Sala Leone X è un monumento alla sua persona, immortalata in immagini senza tempo che ne ritraggono la vita, accompagnate da La presa di Milano da parte dei francesi, La battaglia di San Leo e i busti marmorei che rappresentano lui, il duca Giuliano di Nemours, il duca Lorenzo di Urbino e Clemente VII.
Cosimo Il Vecchio
  • La Sala di Cosimo il Vecchioracconta gli episodi dell’esilio, tramite il dipinto realizzato sul soffitto e le edicole che ne rappresentano in più la vita, la sua attività di mecenate e altri importanti episodi, come l’istante in cui gli vengono presentati i progetti per la costruzione della chiesa di San Lorenzo.
  • La Sala di Lorenzo il Magnificocelebra la vita del granduca toscano, il cui appellativo “Magnifico” è dovuto al suo fervido sostegno delle arti e della cultura. Potrai vedere qui il ritratto del fratello Giuliano de’ Medici, la visita alla corte di Ferdinando d’Aragona, il suo abituale accompagnarsi a intellettuali e artisti d’ogni sorta, la presa di Sarzana e il ritratto del figlio Leone X.
Francesco I
  • Anche qui, nella Sala di Cosimo I e in quella dedicata al padre, la Sala di Giovanni dalle Bande Nere, continua il processo di celebrazione della famiglia de’ Medici, con soffitti affrescati da scene trionfali, che ne esaltano le doti da condottieri e brillanti politici. Dalla sala di Cosimo I si può raggiungere lo Scrittoio, dove il dipinto di Cesare che scrive i commentari ci fornisce un’eloquente idea dell’atmosfera che si respirava in questo locale.
  • La Cappella dei Santi Cosma e Damiano è stata edificata appositamente per i santi protettori della famiglia de’ Medici, dove troneggia soave una copia della Madonna dell’Impannata dipinta dal genio di Raffaello, il cui originale è stato trasferito a Palazzo Pitti. Qui, potrai ammirare l’antico pavimento realizzato nel Cinquecento.
  • La Sala di Clemente VII racconta papa Giulio Zanobi di Giuliano de’ Medici, in carica dal 1523 fino alla morte, avvenuta nel 1534. Anche qui, potrai conoscere la storia del pontefice attraverso le opere a lui dedicate, tra cui Clemente nomina cardinale il nipote Ippolito de’ Medici e Clemente VII apre la porta Santa per il giubileo del 1525.
  • La volta affrescata del ricetto, ad opera del pittore Lorenzo Sabatini, è un connubio di figure fantastiche dal valore fortemente simbolico che chiudono il percorso delle Sale. Si può accedere da qui alla Sala dei Dugento, dove si riunisce il consiglio comunale, e alla Sala degli Otto, in cui potrai ammirare l’Annunciazione di Marco da Faenza.

Dopo aver attraversato l’imponente scalone vasariano, ti ritroverai al secondo piano del Palazzo Vecchio, dove risaltano per magnificenza i due Quartieri, la Sala dell’Udienza e la Sala dei Gigli.

Quartiere degli elementi
  • Potrai visitare qui il Quartiere degli Elementi, composto dalle stanze private di Cosimo I, composte da ben sette ambienti. Figure allegoriche dei quattro elementi di acqua, fuoco, terra e aria, che convergono sul dipinto di Saturno che mutila il cielo disposto sul soffitto, decorano la Sala degli Elementi. A seguire, ti ritroverai in un ambiente interamente dedicato alle allegorie dei mesi e alla figura della dea Opi, a cui è intitolata questa seconda sala. La Sala di Cerere apre le danze con l’affresco della dea della fertilità in cerca dell’amata figlia Proserpina, di cui piangerà disperata il rapimento. Giove, di cui viene ritratta l’infanzia in compagnia delle ninfe e della sua nutrice, la Capra Amaltea, è il protagonista della quarta sala. Il Terrazzo di Giunone, anticamente un ambiente aperto, illustra al visitatore la potenza di questa gloriosa figura, madre degli dei, raffigurata a bordo di un carro trainato da pavoni. Nella Sala di Ercole, potrai riconoscere sul soffitto a cassettoni le famose dodici fatiche. Infine, potrai ammirare il panorama dalla bellissima Terrazza di Saturno, anch’essa affrescata con le vicende che riguardano il titano, padre degli dei olimpici, tra cui la famosa Saturno che divora i figli.
Cappella di Eleonora
  • Dalla Sala degli Elementi si accede al Quartiere di Eleonorarealizzato in onore di Eleonora di Toledo. La prima sala, che presenta decorazioni realizzate da Ridolfo del Ghirlandaio, conduce dritto a quel tratto del Corridoio Vasariano che prosegue fino agli Uffizi. Potrai accedere da qui anche allo Scrittoio e alla Cappella di Eleonora, in cui il racconto biblico di Mosè prende vita nei dipinti del Bronzino. La fedeltà, il patriottismo, la rettitudine e tutte le ammirevoli qualità di Eleonora di Toledo vengono incarnate dalle figure a cui sono state dedicate le ulteriori sale di questo quartiere: Sala di Ester, Sala delle Sabine, Sala di Penelope e Sala di Gualdrada.
  • La Cappella dei Priori è il luogo in cui viene conservato il reliquiario di San Bernardo, dove il Ghirlandaio ha ancora una volta dato prova del suo genio ricoprendo le pareti con i suoi ricercati affreschi. I priori si recavano qui per pregare e così fece anche lo stesso Girolamo Savonarola, prima della sua condanna a morte.
  • La Sala dell’Udienza di Palazzo Vecchio presenta due elementi raffinatissimi: il tetto laminato in oro e la porta che conduce alla Sala dei Gigli in marmo, entrambi opera di Giuliano da Maiano. Prodezze artistiche che lasciano un segno indelebile nella memoria.
Palazzo Vecchio
  • La Stanza dei Gigli è stata realizzata per onorare l’alleanza tra i guelfi di Firenze e gli Angiò, il cui simbolo è un giglio oro e blu privo di stami, utilizzato per tappezzare le pareti e il soffitto di questo ambiente. Potrai ammirare qui opere come San Giovanni Battista e i putti, l’Apoteosi di San Zanobi con i diaconi Eugenio e Crescenzio, le porte di Petrarca e Dante e una copia della splendida Giuditta e Oloferne di Donatello.
  • L’adiacente Stanza delle Carte Geografiche o della Guardaroba, nata dalla magistrale collaborazione tra Giorgio Vasari e Dionigi Nigetti, custodiva i tesori dei granduchi toscani. Elementi interessanti sono il Mappa mundi e le Mappe di interesse scientifico di Ignazio Danti.
  • Sempre dalla Sala dei Gigli si accede alla Vecchia cancelleria, ossia l’ufficio del segretario della Repubblica: nientepopodimeno che Niccolò Machiavelli, autore della celebre opera Il principe, di cui si possono ammirare il busto in terracotta ricavato dalla sua maschera mortuaria e un ritratto.
  • Nella Salotta è conservato la Cacciata del duca di Atene, evento avvenuto nel 1343 e illustrato in quest’opera dall’Orcagna.
  • All’interno dell’Album Studio, Cosimo I sfruttava una finestrella per osservare le riunioni nel Salone del Cinquecento senza dare nell’occhio.
Mappa Mundi
  • Lungo il percorso, che dall’Album Studio porta al Ballatoio superiore, potrai visitare la Sala della Bandiere, antico laboratorio di restauro degli arazzi.
  • Il mezzanino è un ampio ambiente che comprende la sala da pranzo, sala d’angolo, lo studio di Cosimo I e la Sala dei Gigli d’Oro: luoghi dove ha vissuto Maria Salviati, madre dello stesso Cosimo. Ora queste stanze ospitano la Collezione Loeser. Potrai trovare qui diverse interpretazioni della Madonna col Bambino, dipinta ad opera di diversi artisti tra cui annoveriamo Jacopo del Sellaio, Lorenzo di Credi, Pietro Lorenzetti e il Berruguete; oppure scolpita dal Donatello, da Michelozzo e da un allievo di Adolfo del Cambio. Due sculture romaniche decorano il caminetto e il mosaico di una pavona sovrasta la porta della sala d’angolo, mentre sulla credenza della Sala dei Gigli d’Oro troverai due gruppi di Guerrieri e Cavalieri realizzati dal Rustici. L’esposizione è ulteriormente impreziosita da un bronzo di Benvenuto Cellini, Autunno, e da ulteriori bronzi e statuette in cera, tra cui la Sacra Famiglia ed Ercole e l’Idra.
Salone del Cinquecento

Curiosità sul Palazzo Vecchio di Firenze

Gli ufologi fanno spesso riferimento a Palazzo Vecchio e, nello specifico, ad un dipinto conservato in una delle sale, che si dice sia la più antica testimonianza dell’esistenza dei dischi volanti. Sei curioso di sapere a quale dipinto ci stiamo riferendo? Allora continua a leggere e troverai, oltre a questa, altre interessanti curiosità su uno dei maggiori luoghi d’interesse di Firenze!

Volto Palazzo Vecchio
  • C’è un volto, scolpito nel Palazzo vecchio di Firenze, sulla fiancata destra, visibile alla bell’e meglio nella pietraforte. Si dice che Michelangelo abbia voluto ritrarre un prigioniero, prima che venisse giustiziato; ma questa è, tuttavia, soltanto una delle tante ipotesi in merito. Non mancano voci circa il modo inusuale in cui è stata realizzata quest’incisione: la più celebre è quella secondo cui lo scultore l’avrebbe addirittura eseguita voltato.
  • Palazzo Vecchio ospita il governo fiorentino da circa settecento anni. Un traguardo straordinario!
  • Si pensa che il suo ideatore, l’architetto Arnolfo di Cambio, sia stato ispirato dal Palazzo dei Priori situato a Volterra. Da qui, il primo nome del Palazzo Vecchio, ossia Palazzo dei Priori di Firenze.
  • Sotto le arcate dell’antico teatro romano di Florentia sono state installate delle prigioni nel XIII secolo.
  • Il Palazzo Vecchio reca varie epigrafi, tra cui quella in cui viene raccomandato di non sprecare l’acqua pubblica, gesto punibile ai sensi del decreto del 21 Agosto 1646.
  • Il dipinto a cui abbiamo accennato è la Madonna col bambino e San Giovannino. Presta attenzione: riesci a notare l’oggetto grigio a forma di disco che emana raggi luminosi sulla destra?
Madonna dell'ufo

Palazzo Vecchio di Firenze: prezzi dei biglietti, orari e date d’apertura

Il museo è visitabile da Aprile a Settembre mentre gli orari di apertura del Palazzo Vecchio di Firenze sono dal lunedì, venerdì, sabato e domenica dalle 9:00 alle 20:00.

Prezzi dei biglietti:

  • € 12,50: biglietto intero;
  • € 15,50: biglietto intero, più la mostra dedicata agli Arazzi Medicei nella Sala del Duecento;
  • € 15,50: visita alla Torre dell’Arnolfo e camminamento;

Per gli studenti universitari e i maggiorenni con età minore ai 25 anni, prezzi ridotti a:

  • € 10,00: biglietto intero;
  • € 13,00: biglietto intero, più la mostra dedicata agli Arazzi Medicei nella Sala del Duecento;
  • € 10,00: visita alla Torre dell’Arnolfo e camminamento.

La visita guidata più attività, per non residenti nell’area metropolitana, costa € 5,00, mentre per i residenti € 2,00.

Il biglietto è completamente gratuito per:

  • minorenni;
  • guide turistiche iscritte al Corso Guida Turistica 2016 e interpreti;
  • membri ICOM, ICOMOS E ICCROM;
  • portatori di handicap e accompagnatori;
  • gite scolastiche.

Per visitare Palazzo Vecchio Firenze i biglietti on line sono acquistabili a questo sito.

Firenze, Palazzo Vecchio: recensioni della gente comune

Come puoi notare, gli occhi dei turisti sono tutti puntati sulle sale interne: la storia dei Medici affascina e coinvolge i visitatori, che si sentono come catapultati in un viaggio nel tempo. Entusiastiche le recensioni, in cui sono riportati anche interessanti consigli. Eccone alcune che potranno darti conferma di inserire Palazzo Vecchio tra le cose da vedere a Firenze. Per altri pareri clicca qui alla pagina dedicata di TripAdvisor.

Palazzo Vecchio recensioni

Palazzo Vecchio recensioni

Palazzo della Signoria Firenze: come arrivare

Palazzo Vecchio può essere raggiunto soltanto a piedi. Prendendo come punto di riferimento la Stazione di Santa Maria Novella:

  • Raggiungi la Piazza di Santa Maria Novella e prosegui verso Via Belledonne, per poi girare a sinistra verso Via della Spada e continuare su Via Strozzi. A destra ti troverai in Piazza della Repubblica, dopodiché dovrai svoltare a destra per Via Calimala e a sinistra per Via Vaccheria, al che ti troverai su Piazza della Signoria.
  • Dopo Via Spada, puoi proseguire anche su Via de’ Tornabuoni verso destra, per poi andare verso sinistra per Via Porta Rossa, dopodiché ti ritroverai su Via Calimala.

Ecco per il Palazzo Vecchio di Firenze una pianta che potrà servirvi per raggiungere al meglio il posto.

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