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Cosa vedere a Firenze: la Galleria dell’Accademia
Firenze è una città che trasuda arte, invidiata e amata in tutto il mondo. Ogni angolo nasconde un palazzo o una dimora storica, un pezzo inestimabile d’arte che, i più, potrebbero addirittura non notare. La Galleria dell’Accademia è un angolo di paradiso artistico, non conosciuto tanto quanto gli Uffizi o Palazzo Pitti, ma altrettanto meritevole di una visita, se non altro per una delle sculture più famose al mondo in esso custodite. Quale? Se non l’avete ancora capito dalla foto di copertina, continuate a leggere per scoprirlo e per organizzare al meglio la vostra visita a Firenze e alla Galleria dell’Accademia!
Galleria dell’Accademia, Firenze: la storia
Così come vengono alla luce i bambini, anche questa Galleria nacque in un ospedale. Nell’anno 1784, infatti, le stanze di quello che era l’ospedale di San Matteo (e in parte il convento di San Niccolò di Cafaggio) di Firenze furono riconvertite come sede dell’Accademia di Belle Arti su decisione del granduca Pietro Leopoldo di Lorena.

Era qui che all’epoca gli studenti di belle arti venivano ad ammirare, copiare e prendere ispirazione da vicino dalle opere, originali o riproduzioni, dei più famosi artisti contemporanei e passati. Col passare del tempo e con l’aumentare della fama e del prestigio dell’Accademia, anche la quantità di opere ivi esposte cresceva sempre di più. Opere che, però, furono in parte trafugate e sottratte durante l’occupazione francese (dal 1798 al 1815), e mai completamente restituite, se non in parte.

Fu solo dopo due anni dalla presenza di Napoleone che la Galleria dell’Accademia ricominciò ad acquisire opere, in particolare quelle moderne, unendo così classici del Rinascimento e del Manierismo ad arte moderna e contemporanea, sia pittorica che scultorea. Quando poi Firenze fu eletta a capitale d’Italia, dal 1865 al 1871, si aggiunsero ben 146 opere. Da quel momento in poi, la Galleria dell’Accademia divenne uno dei principali punti di riferimento per l’arte moderna e contemporanea, prominenza accentuata l’anno successivo (1872), quando iniziò ad ospitare anche il David di Michelangelo.

Per il David fu creato uno spazio dedicato, progettato in funzione della statua con lavori di illuminazione e ricollocamento delle altre opere e modifiche strutturali dell’edificio. Grazie a questa ristrutturazione è oggi possibile vedere l’incredibile scultura a 360°, benché in una posizione leggermente più bassa rispetto all’originale, che in parte fa perdere l’effetto prospettivo originariamente studiato da Michelangelo.
Modifiche che continuarono ancora all’inizio del ‘900, quando cambiò la disposizione dei quadri antichi, ora supportati adeguatamente per essere ammirati e divisi per secoli in diverse sale.

Negli anni Venti del secolo scorso alcune opere furono smistate tra Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna, Uffizi e Museo di San Marco. Negli ultimi anni molte opere sono state spostate, riqualificate, riportate agli antichi fasti e poste in posizioni centrali in un’ottica di riscoperta e rivalutazione nel tentativo di seguire un filo conduttore. Quello che vediamo oggi è quindi il frutto di un percorso artistico e organizzativo durato più di tre secoli.

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Firenze: cosa vedere alla Galleria dell’Accademia?
Benché il David di Michelangelo sia indubbiamente l’attrazione maggiore di tutta la Galleria dell’Accademia, non è l’unica tra le cose da vedere a Firenze. Al suo interno sono infatti presenti alcune delle più belle opere, in particolare del Rinascimento, tra cui:
- Incoronazione della Vergine, Jacopo di Cione (1325-1399), in cui all’incoronazione fanno da sfondo i santi protettori di Firenze, unendo animo religioso e civico.
- Cristo in Pietà, Giovanni da Milano (1365), tempera e olio su tavola raffigurante Giovanni Evangelista e la Madonna vicino al corpo senza vita di Cristo, anticipazione del successivo gotico.
- Cassone Adimari, Lo Scheggia (1450), una tavola facente originariamente parte di un cassone nunziale, raffigurante un matrimonio in piazza del Duomo, a Firenze.
- Tebaide, Paolo Uccello (1460), raffigurante più episodi sulla meditazione spirituale tramite la preghiera e la penitenza.

- Madonna della Cintola e Santi, Filippo Lippi (1456-1460), in cui vediamo la rappresentazione della consegna da parte di Maria della sua cintura, il Sacro Cingolo, a San Tommaso.
- Gli Schiavi, Michelangelo (1519-1534), opera scultorea in cui possiamo ammirare lo “Schiavo giovane”, lo “Schiavo che si desta”, lo “Schiavo barbuto” e “Atlante”, quattro nudi incompiuti ma incredibilmente vividi.
- Venere e Amore, Michelangelo Buonarroti (1533), in cui Venere bacia Cupido, in una rappresentazione della volatilità dei sentimenti.
- Ratto delle Sabine, Giambologna (1574-1580), un altro gruppo scultoreo costituito da un unico blocco di marmo.
- Madonna con Bambino, San Giovannino e due Angeli, Sandro Botticelli (1468-1470), in cui Maria tiene in braccio il Bambino. Se un angelo guarda Maria, l’altro rivolge lo sguardo direttamente allo spettatore.

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Il David di Michelangelo: tutto quello che c’è da sapere
Il “pezzo forte” che attira turisti da ogni angolo del mondo è, senza ombra di dubbio, il David di Michelangelo, di cui troviamo una copia in Piazza della Signoria. Una scultura in marmo alta 5,20, compreso il basamento originale di 108 centimetri, scolpita da Michelangelo Buonarroti tra il 1501 e il 1504, che dà il volto alla città e all’Italia intera.
Questa scultura è considerata il simbolo del Rinascimento nonché l’opera artistica più bella mai creata al mondo, incarnando tutti i principi di bellezza, armonia e perfezione. La statua fu commissionata a Michelangelo dai consoli dell’Arte della Lana e l’Opera del Duomo di Firenze e originariamente doveva essere collocato all’esterno della cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Ma Michelangelo non fu la prima scelta: già altri due artisti avevano tentato l’impresa, abbandonando per difficoltà e per problematiche legate al marmo. La materia prima era infatti troppo fragile, di qualità troppo bassa, troppo poco compatta e coesa, troppo friabile, troppo alta e troppo stretta per ricavarne una figura umana.
Solo il genio e la bravura di Michelangelo potevano riuscire nell’impresa, lavorando nascosto da tavole di legno per impedire ai più curiosi di sbirciarlo mentre era all’opera.
Dopo un attento lavoro di scolpitura e stuccatura che, sempre per motivi tecnici, tagliò fuori la testa dell’avversario Golia, in occasione della festa in onore del patrono della città, San Giovanni, il 23 giugno del 1503 il pubblico vide per la prima volta il capolavoro, quasi portato a termine.

Fu solo nel maggio del 1504 che la statua fu portata nella sua sede definitiva, un contrafforte della cupola della chiesa di Santa Maria del Fiore, dove Michelangelo ebbe modo di lavorare ancora per tre anni.
La grandiosità dell’opera portò però a pensare che fosse più appropriata un’altra sede, in cui poter sfoggiare cotanta perfezione e unirla a una simbologia fortemente legata alla politica dell’epoca.
La discussione sulla nuova sede del David di Michelangelo coinvolse personalità illustri: Leonardo da Vinci, Botticelli, Antonio e Giuliano da Sangallo, Filippino Lippi, Pietro Perugino e molti altri. Dopo un lungo dibattito si decise di collocarlo davanti a Palazzo Vecchio.

Ci vollero quaranta uomini, attentissime accortezze e ben quattro giorni per trasportare il David, ma ciò non fu sufficiente per impedire a una piccola folla di sostenitore della famiglia Medici di tirare sassate in segno di protesta. La statua di Michelangelo, unita alla posizione scelta, costituiva infatti un importante messaggio politico di sostegno a favore della repubblica. Perfino la direzione in cui guardava il David, verso sud-ovest, aveva un significato simbolico: la sfida ai nemici di Firenze.

L’opera subì diversi danneggiamenti, sia a causa di fattori atmosferici (tra cui una saetta) che sociali (tumulti, sommosse e addirittura vandalismo). Fu solo successivamente, alla fine dell’800, che infine si decise di spostarla nella Tribuna nella Galleria dei Quadri antichi della Galleria dell’Accademia. A partire dal 1910 possiamo ammirare la copia realizzata da Luigi Arrighetti in piazza della Signoria.

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Galleria dell’Accademia, Firenze: biglietti, come arrivare e orari
Come prima cosa, va detto che la Galleria dell’Accademia di Firenze si trova in Via Ricasoli, 58-60, non lontana dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore e dalla Basilica di Santa Maria Novella. Si può infatti raggiungere agevolmente a piedi partendo dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. Se invece preferite spostarvi con i mezzi pubblici, la fermata più vicina è quella dell’autobus delle linee 1 o 17, a due passi dalla Stazione di Santa Maria Novella.
Galleria dell’Accademia: biglietti e prezzi
Per quanto riguarda la Galleria dell’Accademia, i biglietti possono essere acquistati sia online che in loco. Ovviamente, è consigliabile acquistarli in anticipo online per evitare la fila, presso il sito del rivenditore autorizzato. Se invece avete intenzione di acquistare i biglietti una volta arrivati, tenete a mente che la biglietteria chiude mezzora prima dell’orario di chiusura (quindi alle 18:15).
Per quanto riguarda i prezzi:
- Biglietto intero: 12€
- Ridotto (per i giovani 18-25 anni): 2€
- Gratuito per tutte le categorie riportate a questo link
Per prenotare il biglietto (prenotazione obbligatoria per il sabato e la domenica) potete chiamare il +39 055 294883. La prenotazione ha un costo aggiuntivo di €4,00.

Galleria dell’Accademia: orari
La galleria, come la maggior parte dei musei della città, è chiusa il lunedì, oltre che il primo gennaio e il 25 dicembre.
Potete quindi visitarla dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 18:45, con ultimo ingresso alle ore 18:15. Se state programmando un fine settimana a Firenze, però, ricordatevi che per visitare la Galleria il sabato e domenica è obbligatoria la prenotazione.

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Info utili sulla Galleria dell’Accademia di Firenze
- All’interno della Galleria dell’Accademia di Firenze è presente la più vasta collezione di opere di Michelangelo al mondo.
- Sono disponibili delle visite guidate, ma per il momento per motivi di sicurezza anti Covid-19 possono parteciparvi massimo 5 persone oltre alla guida.
- Sono disponibili delle audioguide al costo di 4 euro.
- La visita alla Galleria dell’Accademia si articola attraverso varie sale, ovvero: Sala del Colosso, Galleria dei Prigioni, la Tribuna (dove si trova il David), la Gipsoteca Bartolini, la sala del Duecento e del Trecento, il Museo degli strumenti musicali.
- Quanto dura la visita? Per visitare la Galleria dell’Accademia mettete in preventivo almeno due ore.
- Al piano terra è presente un bookshop in cui acquistare libri, pubblicazioni e souvenir

- La galleria è accessibile per i diversamente abili da Via Ricasoli, 60.
- All’ingresso è necessario passare il controllo tramite metal detector, durante il quale verranno ritirati oggetti potenzialmente pericolosi (coltelli, forbici, oggetti metallici, ecc.), che verranno conservati nei pressi del metal detector.
- Non è presente un guardaroba, quindi non è possibile entrare con borse e zaini di grandi dimensioni, caschi, ecc.
- Allo stesso modo, è vietato consumare cibi e bevande all’interno del museo, fatta eccezione per le bottiglie di acqua da massimo mezzo litro.
- Gli oggetti smarriti vengono consegnati all’Ufficio Oggetti Ritrovati del Comune di Firenze di via Veracini 5/5.
- Per ogni altra informazione potete recarvi al desk informazioni all’ingresso o contattare la Galleria al numero +39 055 0987100, all’email ga-afi.info@beniculturali.it o alla PEC mbac-ga-afi@mailcert.beniculturali.it.

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Cosa dicono i turisti della Galleria dell’Accademia di Firenze
Visitare Firenze è senza ombra di dubbio un’esperienza che ognuno di noi dovrebbe fare almeno una volta nella vita. Una città ricca di storia, arte e bellezza (e buon cibo) che non finisce mai di stupire. Ma cosa ne pensano i turisti che hanno lasciato una recensione sulla pagina di TripAdvisor della Galleria dell’Accademia? Ecco alcuni pareri:
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