East Side Gallery, la galleria d’arte a cielo aperto sul Muro di Berlino e i 10 murales più famosi

Quando la scegliete come meta, sicuramente non avete dubbi su cosa fare a Berlino e, sopratutto, su cosa visitare in città. Uno dei simboli per cui è più conosciuta in tutto il mondo è senza ombra di dubbio il Muro di Berlino, ma come sono nati i famosi murales che ora lo ricoprono? La sezione più lunga ancora in piedi del Muro di Berlino è infatti deputata a galleria d’arte all’aperto, grazie agli artisti che, dal 1989 a oggi, si sono adoperati per rendere poesia ciò che per più di trent’anni ha rappresentato divisione.

Cosa vedere a Berlino: East Side Gallery

Non si può visitare Berlino e pensare di non vederne il famoso Muro. Oltre all’importanza storica e sociale del Muro di Berlino, che ha segnato un’epoca e un’intera generazione, non va sottovalutata o dimenticata quella artistica. Sì, perché artisti più o meno famosi hanno voluto dare nel corso del tempo il loro contributo e portare il loro messaggio attraverso un’arte antica e moderna insieme: graffiti e murales. Su quello che un tempo serviva solo a dividere, l’arte ha unito e si è fatta portavoce di messaggi di pace, speranza e unione. Ecco perché tra le cose da vedere a Berlino non si può perdere un pezzo di storia e di arte così importante e soprattutto commovente e toccante come l’East Side Gallery.

East Side Gallery, Berlino: cos’è?

Abbiamo già parlato in modo approfondito della storia del Muro di Berlino, ma ora concentriamoci sull’aspetto più artistico e ancora visibile quando ci troviamo a decidere cosa visitare a Berlino. Come accennato, l’Easy Side Gallery e il Muro di Berlino sono due facce della stessa medaglia. Questa galleria (più precisamente, «galleria del lato orientale», visto che era il lato del Muro che dava verso Berlino Est) altro non è che una serie di graffiti e murales che sono stati fatti su una lunga sezione del Muro di Berlino. Nello specifico, in un chilometro e 300 metri di Muro che si trova su Mühlenstrasse, la strada che costeggia il fiume di Berlino, la Sprea. Questa sezione del Muro, con i suoi colori e i suoi messaggi pieni di speranza e di forti critiche, è la più lunga ancora esistente. I dipinti che vediamo oggi (o che riusciamo a scorgere sotto orribili atti vandalici) risalgono al 1990 (lato posteriore). Dall’altra parte della strada, al di là del ponte (Oberbaumbrücke), possiamo vedere alcuni pezzi superstiti del Muro. Al contrario della maggior parte degli altri punti in cui è stato costruito il Muro, questo che vediamo nell’East Side Gallery non ha una striscia che lo divide dal muro sul lato ovest, in quanto c’è già il fiume Sprea a separare i due lati.

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Berlino, East Side Gallery: i murales famosi da non perdere

Ovviamente, durante il periodo di “funzione” del Muro di Berlino (ovvero dal 1961 al 1989), sul lato est non c’erano graffiti né nessun’altra opera. Il muro era sterilmente, tristemente, desolatamente pulito e austero. Solo sul lato ovest erano presenti dei murales, considerati perlopiù un’attrazione turistica. Quando avvenne la caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre 1989, la gioia fu incontenibile e venne spontaneo lasciare gli artisti liberi di esprimere la gioia e il senso di liberazione che si respirava nell’aria. La prima artista a colorare di vita un muro che tentava di impedirla, è stata Christine Mac Lean, nel dicembre del 1989. Così l’East Side Gallery, con i suoi 106 murales ad opera di 116 artisti di 21 paesi diversi, è diventata la più grande galleria d’arte a cielo aperto in tutto il mondo. Ma quali sono i più famosi e cosa rappresentano?

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East Side Gallery Kiss o Il Bacio Fraterno, il murales più famoso

Probabilmente uno dei graffiti del Muro di Berlino più conosciuti e più riprodotti in cartoline e souvenir, è My God, help me survive this mortal love spesso chiamato semplicemente “Il Bacio Fraterno” (o East Side Gallery Kiss). Questo murales è un’opera dell’artista Dimitrji Vrubel del 1990 e riproduce una famosa foto scattata durante il trentesimo anniversario della DDR, nel 1979. In quell’occasione il leader Leonid Brezhnev e quello tedesco Erich Honecker si scambiarono il saluto ufficiale degli statisti socialisti, appunto il bacio. Il bacio, in quel contesto politico e diplomatico, era un’affermazione di solidarietà tra stati socialisti.

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L’opera ha una forte simbologia satirica: Vrubel rispose alle critiche puntualizzando che nel dipinto ci sono un tedesco e un russo, e che il Muro di Berlino è la stessa cosa, ma al contrario: un amore totale, diviso da un Muro. Ed è proprio il fatto di dipingere questa foto sul Muro di Berlino, a conferire significato all’opera.
Una curiosità: Vrubel aveva già chiesto l’autorizzazione di dipingere il Muro, ma gli era stata negata. Incontrò poi una ragazza scozzese che vendeva dei permessi per dipingere sul Muro, e a lei firmò un contratto in cui cedeva i diritti dell’opera. Per rimediare ai danni causati da intemperie e vandalismo, nel 2009 il Bacio è stato eliminato e pitturato nuovamente dall’autore stesso utilizzando vernici più durevoli nel tempo. In quell’occasione, come ammise lo stesso Vrubel, furono apportate delle piccole modifiche rispetto all’originale, in modo da correggere errori artistici dovuti alla sua poca esperienza dell’epoca (in particolare nell’uso dei colori e nelle linee, che ora appaiono più realistiche).

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Der Mauerspringer

Il titolo di questo murale di Gebriel Heimler significa “il saltatore del muro”, come venivano chiamati quelli che tentavano la libertà oltrepassando il muro, quasi sempre con esito funesto. Il significato è lampante: il desiderio di chi viveva nella DDR di saltare il muro e fuggire verso Berlino Ovest e tutto ciò che rappresentava.

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Test the Best

Probabilmente l’immagine più iconica della street art di Berlino insieme al “Bacio fraterno”. L’automobile rappresentata è una Trabant (o Trabbi, come la chiamavano affettuosamente quando non usavano il termine Gehhilfe, deambulatore), il modello più diffuso nella DDR nonché uno dei suoi simboli. Famosa la barzelletta dell’epoca: “Quanti operai ci vogliono per costruire una Trabant? “ – “Due, uno piega, l’altro incolla”, che lascia intuire quanto fosse “affidabile”. Dopo la Seconda Guerra Gehhilfe erano rimasti solo due stabilimenti a produrla, tanto che una volta ordinata, i tempi di attesa per la Trabant erano di circa 15-17 anni. Ovviamente, non si poteva scegliere il colore, il modello o l’allestimento.
Il significato di quest’opera di Birgit Kinder racchiude quindi il l’Est socialista, rappresentato dalla Trabbi, e l’Ovest capitalista, rappresentato da un famoso slogan delle sigarette “Test the West”, modificato prima in Test the Best e poi, dopo il restauro del 2009, in Test the Rest. La targa della Trabant riporta la data della caduta del Muro di Berlino.

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Hommage an die junge Generation

La traduzione del titolo dell’opera è “Omaggio alla giovane generazione” e l’autore è  Thierry Noir. Anche questo rientra tra i murales famosi del Muro di Berlino, e lo ritroviamo su tantissimi souvenir della capitale tedesca. Thierry Noir fu uno dei primissimi artisti a dipingere sul Muro (lato ovest) illegalmente, nel 1984, ispirando a sua volta, col suo gesto rivoluzionario, altri artisti. Infatti, le forme stilizzate e dalle linee semplici sono frutto di una necessità: quella di dipingere di nascosto, di notte e nel minor tempo possibile per evitare di essere scoperti.
Con questo murale Noir tentò di trasformare un simbolo di divisione, in un momento di speranza e di arricchirlo di vere emozioni, a partire dal titolo: un omaggio alle generazioni che verranno, nella speranza che i drammi del passato non si ripetano mai più. In un’intervista, Thierry Noir disse: È la poesia del momento, la poetica del secondo, l’ironia del momento che mi interessa.

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Ohne Titel

In questo murales senza titolo di Georg Lutz vediamo Mikailh Gorbaciev, ultimo segretario generale del Partito Comunista sovietico, con le mani sul volante (formato da una falce e un martello) nell’atto di guidare un’auto. Quest’opera vuole simboleggiare la guida del leader socialista che porta il paese verso la sua fine.

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Curriculum Vitae

L’opera di Susanne Kunjappu parla da sola. Ogni rosa è dedicata alla memoria di ogni persona deceduta in quell’anno nel tentativo di scavalcare il Muro, dalla sua costruzione al suo abbattimento. Le frasi in basso recitano: “La FUGA è un potente metodo per destabilizzare il dominio. GRATITUDINE ai rifugiati uccisi e sopravvissuti”.

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Ode an die Freude

Uno dei murales più famosi del Muro è opera dell’italiano Fulvio Pinna. Il titolo (Inno alla gioia) anticipa il contenuto della lunghissima poesia che troviamo dipinta, dal famoso incipit “Ho dipinto il muro della vergogna affinché la libertà non sia più vergogna”, e che si rifà all’allegoria dantesca. Il graffito è lungo ben 52 metri in cui troviamo una miriade di simboli che invitano alla riflessione su quanto accaduto e su cosa ha significato, sull’importanza della libertà e dei diritti sociali e sulla necessità di ricordare il passato affinché non si riproponga.

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Es geschah im November

Accadde in Novembre, è la traduzione del titolo di questo graffito di Kani Alavi che ritrae la sciame di persone che affollò Checkpoint Charlie quel 9 novembre del 1989 in cui il Muro venne meno. Da notare le diverse espressioni sui volti delle persone, che sembrano aprire come un’onda l’altra parte del muro. L’utilizzo del blu come colore di base dà una sensazione di freddo e mistero e facilita l’associazione mentale con l’idea di oceano, di un mare che sfonda una diga.

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Alles offen

Anche in questo caso l’arte veicola un messaggio chiaro, che arriva dritto all’anima. L’arista, Rosemarie Schinzler, ha scelto due colombe, simbolo cristiano di pace, che portano in volo una Porta di Brandeburgo per simboleggiare la speranza dell’arrivo di un nuovo periodo di fratellanza.

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Detto africano

Infine, un murales sicuramente meno famoso, ma di grande impatto per il suo messaggio di forza. Il detto africano, tradotto in tedesco e in inglese, recita: Tante piccole persone che fanno cose in tanti piccoli luoghi, possono cambiare il volto del mondo. Una frase che racchiude l’essenza stessa della caduta del Muro e della forza umana che si è sprigionata quel 9 novembre, una forza caricata da anni di sofferenza, di divisione e di impotenza, frutto dei decenni più tragici della Storia moderna.

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The Wall Museum, il Museo del Muro

Poco prima di iniziare il percorso lungo più di un chilometro alla scoperta del Muro e dell’East Side Gallery, troviamo il Wall Museum. Qui, dal 2016, potete scoprire tutto ciò che riguarda la storia del Muro in modo multimediale. La visita è divisa in 13 aree tematiche in cui il visitatore scopre il contesto politico e storico in cui nasce il Muro, come è stato costruito, cosa ha comportato, cosa è concretamente accaduto a chi viveva a Berlino Est e Berlino Ovest. Avrete la possibilità di visionare video particolarmente toccanti (e angoscianti), come le interviste a chi ha dovuto abbandonare la propria casa con solo qualche ora di preavviso per non farvi più ritorno e a chi invece aveva ricevuto ordine di sparare a vista a chi tentava di fuggire. O ancora, le storie raccontate da chi, da un balcone che dava sulla Sprea, ha visto bambini annegare nel tentativo di raggiungere l’altra sponda.

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Testimonianze agghiaccianti che se da una parte rendono omaggio alla memoria di chi ha pagato con la vita, dall’altra ci ricordano quanto sia importante la conoscenza del passato per un futuro migliore.
Interessanti anche i riferimenti a tutti gli artisti che hanno dato il loro contributo e che hanno fatto sentire la loro voce su questo tema, dai Pink Floyd agli Scorpions passando per Leonardo Di Caprio.
Accanto ai video, ci sono anche pezzi originali presenti intorno al Muro, come il filo spinato e le betoniere e la riproduzione di un salotto con pezzi originali.
Il Wall Museum di East Side Gallery è aperto dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19. Il biglietto intero costa €10, ridotto €5 e i bambini sotto i 7 anni entrano gratis. Per ogni ulteriore informazione, potete consultare il sito ufficiale del Wall Museum.

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East Side Gallery: come arrivare e info utili

Per l’East Side Gallery la fermata della metro non è solo una, bensì due. Da una parte abbiamo la Warschauer Straße, dove ferma il tram (M10), la linee metropolitana (U1 e U3), il treno urbano della S-Bahn (S3, S5, S7 ed S9) e l’autobus (300, 347, N1, U1). Dall’altra, la fermata della U-Bahn, Schlesisches Tor, dove fermano le linee U1 e U3.

  • Scendendo a Warschauer Straße non dovrete fare altro che proseguire in direzione della Sprea per 10 minuti. Arrivati davanti al ponte, girate a destra e poi attraversate la strada per avvicinarvi al Muro.
  • Se invece scendete a Schlesisches Tor, seguite Oberbaumstraße verso la Sprea, percorrete tutto il ponte (Oberbaumbrücke) e poi svoltate subito a sinistra.
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L’indirizzo è: Mühlenstraße 3-100

Essendo una galleria all’aperto, si può visitare gratuitamente a ogni ora del giorno e della notte. Come tutte le attrazioni, vi consigliamo di recarvi nel primo mattino e durante le ore dei pasti, in modo da trovare (forse) un po’ meno folla.
Purtroppo, dopo l’ultimo restauro nel 2009 l’East Side Gallery versa in uno stato di incuria, principalmente a causa dei vandali che deturpano questo importante monumento.


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Cosa dicono dell’East Side Gallery: le recensioni

Come detto, l’East Side Gallery è lunga più di un chilometro e con i suoi oltre 100 murales è davvero un viaggio nella storia. Le emozioni che suscitano queste evocative immagini sono uniche e personali, ma sicuramente di grande impatto. La funzione dell’arte in questi contesti, così chiara, diretta ed efficace ci permette di comprendere quanto una singola immagine sia in grado di turbarci ed emozionarci. Se siete curiosi di scoprire cosa ne pensa chi ha già visitato Muro di Berlino e East Side Gallery, ecco alcune recensioni dalla pagina TripAdvisor dedicata:

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