Chiesa Santa Maria Novella: storia, opere e curiosità sulla basilica domenicana di Firenze

Un martedì mattina, i dieci protagonisti di una storia senza tempo s’incontrarono presso la Basilica di Santa Maria Novella e, insieme, decisero di recarsi fuori città per sfuggire al grande male della peste, che s’abbatté su Firenze nel 1348. Qui, presso la famosa basilica domenicana, Boccaccio decise di ambientare l’inizio della sua opera magna: il Decamerone. A pochi passi dall’omonima Stazione Centrale di Firenze, Santa Maria Novella è un punto di riferimento per tutti i turisti che si apprestano a visitare per la prima volta la città, nonché un luogo incantevole e ricco d’arte. Cose di Viaggio ti condurrà alla scoperta delle cappelle più famose, il campanile, il convento e le pregevoli opere, firmate da grandi artisti come Giotto, Masaccio e Filippino Lippi.

Da chiesetta di campagna a basilica minore di Firenze: Santa Maria Novella e la sua storia

La Basilica di Santa Maria Novella fu fondata da dodici frati domenicani nel ‘200, laddove sorgeva all’epoca la piccola chiesetta di Santa Maria delle Vigne, nome dovuto alla ricca coltivazione di vigneti che circondava la struttura. Nel 1242 venne accordato ai frati il permesso, dal Vaticano, di concedere indulgenze a chiunque volesse partecipare con un contributo economico all’ampliamento della chiesa: cosa che diede inizio ai primi lavori di ristrutturazione che avrebbero portato Santa Maria Novella all’attuale splendore.

Santa Maria Novella

Iniziò così, con la Cerimonia della Posa della Prima Pietra del 1279, una serie di lavori che si concluse verso la metà del ‘300. Furono ultimati in primis la facciata, il campanile e il convento, dopodiché in seguito alla consacrazione del 1420 fu ridisegnato il portale, ad opera di Leon Battista Alberti su commissione della famiglia fiorentina dei Rucellai, e modificato con nuovi lavori che si conclusero cinquant’anni dopo.

Vasari intervenne sulla Chiesa Santa Maria Novella verso la fine del ‘500, per adattarla ai canoni architettonici della Controriforma, come accaduto anche per la Chiesa di Santa Croce. Trecento anni dopo, vi fu l’ulteriore intervento dell’architetto Enrico Romoli, che modificò ulteriormente l’architettura della chiesa e ancora, nel 1999, un ulteriore restauro è stato effettuato in occasione del Giubileo dell’anno 2000.

Nel 1919, la Chiesa è stata nominata basilica Santa Maria Novella minore dal 258esimo pontefice della Chiesa di Roma, Papa Benedetto XV.

Santa Maria Novella

Com’è fatta la Chiesa di Santa Maria Novella? I vari ambienti nel dettaglio

Lo stile di Santa Maria Novella richiama elementi dell’architettura gotica e classica, riscontrabili in particolar modo nella struttura della facciata e negli altari che costellano le due navate laterali.

  • Da Piazza della Stazione potrai intravedere la cima gotica del campanile trecentesco di Talenti, che sfoggia il suo prevalente stile romanico con le sue trifore a tutto sesto sormontate da file di archetti ciechi.
Santa Maria Novella
  • Raggiunta Piazza Santa Maria Novella, potrai finalmente ammirare dal vivo la facciata. Definita un autentico capolavoro rinascimentale, è caratterizzata da un particolarissimo decoro in marmo bianco e verde che adorna il registro inferiore, disegnato da Turino da Baldese, che morì prima di vedere compiuta la sua opera. I lavori furono gradualmente interrotti e ripresi vent’anni dopo il Concilio di Firenze, grazie all’intervento della facoltosa famiglia Rucellai e dell’architetto Alberti, a cui dobbiamo il grande portale in stile classico ed elementi riconducibili all’antica architettura romana, come le grandi volute laterali. L’architetto modificò il timpano, in cui inserì il famoso Sol Invictus simbolo del quartiere di Santa Maria Novella, e l’oculo centrale che circondò con una sezione rettangolare. I tre portali recano delle lunette decorate da Ulisse Giuochi, che illustrano San Tommaso D’Aquino in preghiera davanti al crocifisso, Aronne con la manna e Melchisedech con i pani.
Santa Maria Novella
  • Sulla parte inferiore della facciata troverai delle piccole nicchie ad arcosolio dette “avelli”, che prendono il nome da Via degli Avelli, su cui affaccia il cimitero posto sul lato sinistro della chiesa. Qui è sepolto il Ghirlandaio, rappresentato come buona parte delle personalità che riposano in questo luogo con un suo ritratto, andato perso nel corso dei secoli. Boccaccio è stato molto affascinato da questo punto in particolare della chiesa, ragion per cui ha ambientato precisamente qui l’introduzione del Decamerone. Potrai notare tra gli avelli blasoni di importanti famiglie fiorentine, come i Corsini, gli Acciaiuoli, i Gondi e gli stessi Medici.
Santa Maria Novella
  • A Firenze, luoghi d’interesse come Santa Croce sono rappresentativi dell’architettura gotica: ma la Basilica di Santa Maria Novella di Firenze è stata la prima in cui questo stile è stato sperimentato: potrai infatti notarlo nell’ambiente interno, dove prevalgono elementi nel gotico tipico dell’ordine monastico cistercense, che è stato d’ispirazione per la maggior parte delle chiese di Firenze. Le sei campate, che si sviluppano lungo le tre navate della chiesa, si allargano gradualmente verso il portale creando una particolare illusione ottica: l’ambiente pare, infatti, molto più lungo di quanto lo sia in realtà. Pilastri a sezione mista sorreggono gli archi a sesto acuto della copertura, costituita da volte a crociera, e l’altare maggiore richiama insieme con le finestre lo stile neogotico. Voltandoti verso il portale centrale, potrai ammirare il magnifico rosone dell’Incoronazione della Vergine con schiere d’angeli danzanti, di Andrea di Bonaiuto. Elemento interessante della controfacciata è la Natività di Botticelli, affresco che decora la lunetta del portale centrale: un capolavoro che spicca per bellezza e pregio tra gli altri affreschi che adornano quest’area della chiesa, come l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e il Battesimo di Cristo, attribuiti ad un ignoto artista del ‘300.
Santa Maria Novella
  • Nella navata sinistra troverai una serie di cinque altari. Il primo reca la pala d’altare realizzata da Santi di Tito, la Resurrezione di Lazzaro, e il sarcofago di marmo nero ideato da Andrea Ferrucci per Antonio Strozzi. Al secondo altare, decorato dalla Samaritana al pozzo di Allori e l’Annunciazione di Bicci di Lorenzo, segue la Trinità di Masaccio: altra opera straordinaria che ha incantato il Vasari, fervido sostenitore del grande pittore che ha realizzato, insieme a Masolino, gli affreschi della Cappella Brancacci. La Trinità, che sostituisce il terzo altare, è famosa per la sua prospettiva: pare, come dice il Vasari stesso, che la parete su cui è collocata sia stata bucata. L’ambientazione classicheggiante, il realismo delle figure e la sofferenza nel corpo e nello sguardo del Cristo crocifisso, sostenuto dalle preghiere della famiglia Lenzi, fa dell’affresco un capolavoro d’arte rinascimentale. Il quarto altare è impreziosito dalla Resurrezione e quattro santi del Vasari e dall’organo ottocentesco che reca le memorie funebri degli architetti che lo hanno realizzato. Infine, ammirerai la pala di Bernardino Poccetti che adorna il quinto altare, seguita dal capolavoro di Allori, San Giacinto e altri santi, e l’acquasantiera della scuola di Benvenuto Cellini, destinati al sesto e ultimo altare della navata sinistra.
Trinità Masaccio Santa Maria Novella
  • La serie di altari della navata destra vengono introdotti da un’acquasantiera francese del ‘400. Il primo è adornato dalla tela Martirio di San Lorenzo del Macchietti, mentre il secondo presenta una Natività di Naldini e la tomba della Beata Villana delle Botti, opera corale dei fratelli Antonio e Bernardo Rossellino e di Desiderio da Settignano. In prossimità del terzo altare troverai, invece, la tomba del Beato Giovanni da Salerno e la tela della Presentazione al tempio di Naldini, a cui è attribuita anche la pala del quarto altare, la Deposizione, affiancata dai monumenti funebri a Ruggeri, Tommaso e Francesco Minerbetti. Il quinto altare presenta la Predicazione di San Vincenzo Ferrer e il Redentore, dipinti da Jacopo Coppi, e il sesto è adornato dall’opera di Jacopo Ligozzi, San Raimondo che resuscita un fanciullo. In prossimità di quest’ultimo altare vi sono la tomba di Giovan Battista Ricasoli e l’ingresso chiuso della Cappella della Pura.
Santa Maria Novella
  • Gli organi a canne di Santa Maria Novella sono stati realizzati tra il 1400 e il 1800. Il primo, l’Organo Maggiore, è stato costruito per sostituire il precedente organo a canne risalente al 1457, per poi essere modificato e ampliato più volte, l’ultima nel 1920. Il secondo strumento è invece posto proprio nella Cappella della Pura, ed è un piccolo organo positivo a 45 note.
  • Imperdibile la Sagrestia, con le sue volte a crociera e le vetrate disegnate da Niccolò di Pietro Gerini. Troverai in controfacciata il Crocifisso di Maso di Bartolomeo e, sulla sinistra, un prezioso lavabo in marmo e terracotta invetriata realizzato dal maestro Della Robbia, posto simmetricamente ad un secondo lavabo marmoreo sulla destra, di Gioacchino Fortini. Gli armadi riccamente decorati, insieme con le tele che rappresentano l’Annunziata, Gabriele, San Tommaso d’Aquino e San Domenico, costellano le pareti della sala.
Santa Maria Novella

Firenze, Santa Maria Novella: le diverse cappelle da visitare

Giunto nel transetto, potrai ammirare le varie cappelle costruite all’interno della chiesa. In questo ambiente, diviso in tre campate, una cappella centrale, due cappelle posteriori e due laterali, sono custodite inoltre le tombe del vescovo di Fiesole, Tedice Aliotti, il vescovo di Orvieto, fra’ Aldobrandino Cavalcanti, e del patriarca Giuseppe di Costantinopoli.

  • Nella Cappella Maggiore o Tornabuoni, troverai due imponenti crocifissi, realizzati da due altrettanti impotenti personalità dell’arte italiana: il Crocifisso scolpito dal Giambologna, che s’innalza dall’altare, e il Crocifisso di Santa Maria Novella realizzato da un giovanissimo Giotto, dipinto con tempere e oro su legno. Non potrai non essere catturato dalle ricche vetrate disegnate dal Ghirlandaio e gli affreschi del coro, realizzati dall’artista molto probabilmente con l’aiuto di un giovane Michelangelo. Gli affreschi rappresentano episodi biblici come la Vita della Vergine e San Giovanni, San Domenico che brucia i libri eretici, Il martirio di San Pietro e L’annunciazione e San Giovanni nel deserto.
Crocifisso Santa Maria Novella
  • Partendo da destra, guarda all’interno della Cappella Filippo Strozzi e troverai proprio la tomba marmorea del celebre banchiere Filippo il Vecchio. Osserva le preziose vetrate disegnate da Filippino Lippi, raffiguranti la Madonna col Bambino San Giovanni e San Filippo; gli affreschi San Filippo che scacchia il dragone dal tempio di Hierapolis, La crocefissione di San Filippo sulla lunetta, San Giovanni che resuscita Druisiana e Il Martirio di San Giovanni. Noterai anche episodi più antichi, in cui sono rappresentati personaggi come Noè, Abramo, Giacobbe e, molto interessanti, sono le scene che vedono contrapporsi la fede cristiana e quella pagana.
  • La Cappella Bardi è stata costruita in onore di San Gregorio e passata, nel ‘300, alla famiglia Bardi di Vernio. Sono presenti diversi affreschi che rappresentano la vita del santo, realizzati probabilmente dal pittore Pseudo Dalmasio, e una bellissima Madonna del Rosaio dipinta sull’altare dal Vasari.
Santa Maria Novella
  • Nella Cappella Rucellai, da cui prende il nome la famosa Madonna Rucellai custodita negli Uffizi di Firenze, ti attendono la Madonna con bambino dello scultore Nino Pisano, parte degli affreschi rimasti ancora intatti del Maestro della Santa Cecilia, le tombe di Paolo Rucellai e Fra’ Leonardo Dati.
  • A sinistra vedrai la Cappella Gondi, dove è custodito il Crocifisso di Brunelleschi, realizzato in risposta al Crocifisso di Santa Croce scolpito da Donatello. Alla vetrata moderna si contrappongono antichissimi affreschi, risalenti al ‘300.
Crocifisso Brunelleschi Santa Maria Novella
  • La Cappella Gaddi, realizzata in soli sette anni, è di stile tardorinascimentale ed è fortemente apprezzata per la sua struttura unica, dovuta al lavoro incredibile dell’architetto Giovanni Antonio Dosio. Gli affreschi qui presenti sono stati realizzati dal Bronzino e da Alessandro Allori, mentre i bassorilievi sono attribuiti allo scultore fiorentino Giovanni Bandini.
  • Di fronte alla Cappella Rucellai si erge la Cappella Strozzi di Mantova dell’artista Nardo di Cione, fratello dell’Orcagna. La struttura e le opere che la decorano sono ispirate alla Divina Commedia di Dante: potrai ammirare infatti gli affreschi del Giudizio Universale, l’Inferno e il Paradiso, tra cui scorgerai un ritratto del Sommo Poeta. L’Orcagna firma il Redentore con Madonna e i santi sull’altare maggiore, mentre l’orologio affrescato all’esterno reca un breve componimento del poeta Agnolo Poliziano.
Santa Maria Novella
  • La Cappella del campanile è decorata con affreschi risalenti al ‘300, tra cui potrai distinguere San Cristoforo e l’Incoronazione di Maria.
  • Alla Cappella della Pura, in stile neoclassico, si accede dal cimitero. Fu commissionata dalla famiglia dei Ricasoli affinché vi fosse custodito all’interno il dipinto della Madonna col Bambino e Santa Caterina, protagonista di un evento miracoloso: secondo una leggenda, infatti, due giovani Ricasoli che passeggiavano in un canneto poco distante dagli avelli furono attirati dalla voce della Madonna stessa, che chiese loro di raggiungere il quadro nascosto lì in zona e ripulirlo dalle ragnatele. Potrai, inoltre, ammirare nella cappella anche il Crocifisso in cedro del Libano venerato dalla beata Villana delle Botti.
Cappella dei Papi Santa Maria Novella
  • Infine, al primo piano del Chiostro Grande di cui potrai leggere nella prossima sezione, troverai la Cappella dei Papi: ultima traccia, rimasta all’interno del convento domenicano, degli appartamenti o “laterano” costruiti nel ‘400, in cui venivano ospitati i pontefici durante le loro visite in città. Il primo papa ad alloggiare in questi ambienti fu Martino V e, a seguire, il suo successore papa Eugenio IV in occasione del Concilio di Firenze. Durante il 1800, il governo granducale espropriò gli appartamenti che, nel 1920, diventarono sede della Scuola allievi marescialli e carabinieri: evento che ne decretò il totale decadimento. Tuttavia, grazie ai capillari lavori di restauro, oggi è per fortuna possibile ammirare la cappella: il soffitto è decorato a grottesche, con motivi medicei e figure di angeli, mentre gli affreschi sono del Ghirlandaio e di un giovane Pontormo, di cui si nota già nella lunetta della Veronica lo stile che lo avrebbe, in futuro, reso un massimo esponente del movimento degli eccentrici.
Cappella dei Papi Santa Maria Novella

Il convento e i chiostri della Basilica di Santa Maria Novella

Il convento della Basilica di Santa Maria Novella conta ben tre chiostri, che sono poi divenuti parte integrante del museo.

  • Il trecentesco Chiostro Verde deve il suo nome ai caratteristici affreschi “a terra verde” realizzati da Paolo di Dono, che illustrano con un’inusuale armonia di colori e linee le Storie della Genesi, tra cui spiccano per importanza il Diluvio Universale e l’Ebrezza di Noè. Anche qui, l’alluvione del 1966 ha riportato danni ingenti, che sono stati arginati tramite le successive opere di restauro.
Chiostro Verde Santa Maria Novella
  • Il refettorio è preceduto da un antirefettorio a pianta quadrata e da un andito. Sono custoditi, in quest’area, opere di Paolo di Dono, anche detto Paolo Uccello, di Bernardo Daddi, Paolo Schiavo e lavori realizzati presso la bottega dell’Orcagna. Il refettorio stesso, caratterizzato da un’architettura più ricercata, conserva al suo interno altre pregiate opere, come la Madonna in Trono di Bonaiuti, il Cenacolo di Santa Maria Novella di Alessandro Allori e i busti di Sant’Anastasia e Santa Maddalena, della bottega del Civitali.
Chiostro Grande Santa Maria Novella
  • Proseguendo nell’andito delle quattro porte, a cui si accede tramite il Chiostro Verde, ti ritroverai nel Chiostro Grande, il più ampio di tutta Firenze. Simbolo del prestigio stesso dell’ordine domenicano fiorentino, conta ben cinquantasei arcate a tutto sesto, cinquantatré lunette affrescate, tra cui potrai osservare in più i ritratti affrescati dei frati domenicani, e quattro volte dipinte a grottesche. Parteciparono alla decorazione del chiostro, sotto la supervisione dell’architetto Parigi, pittori del calibro di Allori, Pocetti, Cigoli, Gamberucci e Di Tito: ossia alcuni degli artisti che decorarono lo Studiolo di Francesco I nel Palazzo Vecchio. Osserva il meraviglioso ciclo di affreschi che illustra le Storie di Cristo e dei santi domenicani; le Storie di San Domenico messe a confronto con le Storie di Gesù, in un sapiente parallelismo creato all’interno delle lunette del lato ovest che proseguono fino al lato nord; Storie di San Pietro Martire, San Tommaso d’Aquino e San Vincenzo Ferrer, che partono dalle lunette del lato est per concludersi sul lato sud, dove troverai anche Storie di Sant’Antonio e Santa Caterina da Siena. Dal lato est potrai raggiungere l’interno della basilica attraverso un grande portale.
Santa Maria Novella
  • Il Cappellone degli Spagnoli, anche detto Sala Capitolare, è il capolavoro di Andrea Bonaiuti che racconta, tramite una serie di immagini evocative mantenute in un ottimo stato di conservazione, la lotta dell’ordine dei domenicani contro ogni forma d’eresia.
  • Il Chiostro dei Morti corrisponde al cimitero tardo duecentesco dei frati domenicani, da cui si può accedere al dormitorio della sacrestia: luogo in cui è stata trasferita la Biblioteca Domenicana di Santa Maria Novella intitolata allo studioso e scrittore Jacopo Passavanti, che ospita la rivista scientifica “Memorie Domenicane”.
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Santa Maria Novella, Firenze, le curiosità che forse non conosci

La Chiesa di Santa Maria Novella a Firenze è stata, di recente, protagonista di un’inaugurazione attesa per centinaia di anni… Curioso? Continua a leggere!

  • Gli elementi che compongono la facciata di Santa Maria Novella sono leggermente asimmetrici: non è chiaro se ciò sia dovuto ad imprecisioni della manovalanza o dal tentativo che l’architetto Alberti fece di armonizzare una struttura costruita, in precedenza, senza rispettare specifici rapporti modulari.
  • Oltre allo stemma sul portale, troverai altri elementi che richiamano la famiglia Rucellai sulla facciata di Santa Maria Novella: come la vela nel fregio o l’iscrizione in latino sull’architrave, “Iohannes Oricellarius Rauli Filius Anno MCCCCLXX”, in memoria di Giovanni Rucellai e del completamento dei lavori di ricostruzione da lui commissionati all’architetto Alberti, nel 1470.
Santa Maria Novella
  • Nasce qui il detto “puzzare come un avello”: in Via degli Avelli, infatti, questo particolare genere di tomba non interrata era causa di esalazioni nauseabonde che disturbavano il traffico cittadino.
  • La Piazza della Stazione centrale di Firenze Santa Maria Novella corrispondeva, nel ‘400, agli orti del convento domenicano.
  • Osserva bene la facciata: noti nulla di particolare? Guarda verso destra e troverai una meridiana, mentre a sinistra è collocata una particolare armilla; ancora, riesci a notare i fori stenopeici presenti al di sopra del rosone? Questi particolari strumenti sono stati impiantati da Padre Egnazio Danti durante il granducato di Cosimo I de’ Medici, ma mai completati a causa dei forti contrasti nati col granduca Francesco I. La meridiana reca le scritte H ABORT, ossia “ora al sorgere del sole”, H ABOCC, “ora al tramonto del sole” e H ASTR, “ora astronomica”, ossia il preciso istante in cui il sole è allo zenith. L’armilla, invece, è formata da due cerchi metallici che indicano, data la particolare posizione dello strumento, i giorni in cui cadono solstizi ed equinozi. I fori nel rosone sono destinati ad illuminare un sistema di linee meridiane presenti all’interno della basilica, completate seguendo i progetti dello stesso Padre Danti e inaugurate insieme con gli altri due strumenti soltanto di recente, dopo circa quattrocento anni. Incredibile, vero?
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Basilica di Santa Maria Novella: orari e prezzi dei biglietti

A Firenze S.M.Novella è aperta al pubblico per la celebrazione delle funzioni religiose. Può essere, invece, visitata dai turisti nei seguenti giorni e orari:

  • lunedì dalle 10:00 alle 17:00,
  • giovedì e venerdì dalle 10:00 alle 17:00 nel periodo tra Ottobre e Marzo.

La Chiesa di S. Maria Novella di Firenze resta chiusa da Novembre a Febbraio.

Le visite vengono effettuati per gruppi di massimo sedici persone, compresa la guida, e l’ultimo ingresso è previsto un’ora prima della chiusura della biglietteria.

Santa Maria Novella
Costo dei biglietti:

  • biglietto intero € 7,50
  • biglietto ridotto € 5,00 per minori dagli 11 ai 18 anni.

Biglietto gratuito per:

  • residenti nel Comune di Firenze,
  • minori fino agli 11 anni,
  • portatori di handicap con accompagnatori,
  • guide turistiche,
  • membri ICOM, ICOMOS E ICCROM,
  • giornalisti,
  • scolaresche e relativi accompagnatori, uno ogni quindici alunni,
  • membri di congregazioni religiose.
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Chiesa Santa Maria Novella, Firenze: cosa ne pensano i turisti

Prima tappa obbligata: questo è ciò che pensano i visitatori, di cui potrai leggere molti altri commenti qui, sul sito di TripAdvisor.Impossibile non fermarsi di fronte a tanta bellezza, dopo aver lasciato la stazione: Santa Maria Novella è il biglietto da visita di Firenze, l’overture di un’opera che da sempre emoziona migliaia di turisti da ogni parte del mondo.

Santa Maria NovellaSanta Maria Novella

Santa Maria NovellaSanta Maria Novella

Come raggiungere la Basilica di Santa Maria Novella

Se sei giunto a Firenze in treno e la tua fermata è nella Stazione Centrale di Santa Maria Novella, sappi che la basilica dista a circa cinquecento metri da lì: appena cinque minuti di passeggiata. Ti basterà attraversare la piazza della stazione e raggiungere Via degli Avelli sulla destra, che sbocca esattamente su Piazza Santa Maria Novella.

Se invece ti sei spostato in bus, ti basterà raggiungere Via Santa Caterina da Siena in direzione ovest, subito dopo la Piazza della Stazione: dopo appena due minuti, troverai la Piazza di Santa Maria Novella sulla tua destra.

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